La Cina sta emettendo bond denominato in euro per il controvalore complessivo di 4 miliardi. Il collocamento sta avvenendo a distanza di poche settimane da quello in dollari, che ha riscosso successo tra gli investitori, malgrado le tensioni di questi mesi per via delle cattive notizie su Evergrande, il colosso immobiliare collassato sotto il peso dei debiti.

Sono tre le scadenze dei bond cinesi in euro: 3, 7 e 12 anni. Stando alle indiscrezioni, i rendimenti sono stati fissati in fase di “guidance” rispettivamente a +20, +40 e +65 punti base rispetto ai tassi “midswap”.

L’emissione in euro è la terza in tre anni, di fatto sta diventando un appuntamento annuale. Rispetto alle due precedenti, il governo di Pechino ha accorciato la durata. Nel 2019, le scadenze erano andate da 7 a 20 anni, mentre lo scorso anno dai 10 ai 15 anni.

Bond Cina, rendimenti bassi e rating alti

Stando ai dati di cui sopra, la tranche a 12 anni offrirebbe un rendimento in area 0,85%. Non sarebbe certamente soddisfacente per almeno coprire l’inflazione, ma rispetto a quello che offre il mercato europeo siamo a forte premio. Certo, a queste condizioni meglio restare in Italia, dove la scadenza a 10 anni già è tornata, a tratti, ad offrire più dell’1%. In ogni caso, i bond cinesi beneficiano di rating elevati: A+ per S&P e Fitch, A1 per Moody’s.

Dicevamo, tensioni attorno al caso Evergrande, tanto che in queste ultime sedute il rendimento medio offerto dai titoli “junk” è esploso sopra il 25%. Detto ciò, gli afflussi di capitali sul mercato azionario e obbligazionario cinese dall’estero stanno proseguendo e le detenzioni degli investitori stranieri hanno toccato nuovi massimi storici. In effetti, per quanto critica possa apparire la situazione del mercato immobiliare, la Cina possiede riserve valutarie per circa 3.100 miliardi di dollari, più che sufficienti per fronteggiare rischi a breve e medio termine. Anche per questo i bond in euro in corso di emissione attirano gli appetiti all’estero.

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