All’inizio di quest’anno, la Banca Europea per gli Investimenti (BEI) emise un bond denominato in real brasiliani per l’importo di 260 milioni, pari a circa 51,5 milioni di euro al tasso di cambio attuale. L’obbligazione offre una cedola fissa del 9,25%, pagata ogni 28 gennaio e fino alla scadenza del 28 gennaio 2028 (ISIN: XS2436920321). Pertanto, ha debuttato con una durata di 6 anni.

La BEI è un organismo sovranazionale di cui sono membri gli stati dell’Unione Europea e che principalmente si occupa di finanziare investimenti nel continente.

Poiché gode della tripla A delle agenzie di rating, nei fatti il suo debito è considerato sicurissimo. Dunque, il bond in real presenta un rischio di credito sostanzialmente inesistente.

Bond in real, rendimento e rischio cambio

Tuttavia, qui rileva il rischio di cambio. Infatti, si tratta di un’obbligazione denominata in una valuta diversa dall’euro, per giunta emergente. Ed ecco spiegata l’alta cedola offerta al mercato. Il 9,25% per una scadenza di appena 6 anni è tantissimo, se si considera che oggi, pur dopo la drastica risalita dei rendimenti negli ultimi mesi, il Bund della Germania offre meno dello 0,7%, il BTp l’1,86% e il Treasury il 2,9%.

Peraltro, il bond in real è esposto al rischio di volatilità del cambio brasiliano proprio nei prossimi mesi, quando il paese latinoamericano terrà le elezioni presidenziali. A confrontarsi saranno principalmente l’uscente Jair Bolsonaro e l’ex presidente Lula. Si attendono scintille e fibrillazioni sui mercati. Se tutto questo è vero, c’è da dire che negli ultimi mesi il real brasiliano si è rafforzato tanto contro le principali valute mondiali. E questo ha certamente contribuito a spingere la quotazione del titolo. Da quando risulta negoziabile sull’EuroMoT di Borsa Italiana, cioè da circa un mese, essa è passata da 93,5 a 99 centesimi. Nel frattempo, il real ha guadagnato oltre il 9% contro l’euro, portandosi a un tasso di cambio di 5,05 da 5,56.

Variazioni cambio euro/real brasiliano

Infine, c’è la cedola. Per quanto poco sia un mese, dato l’altissimo tasso annuale fissato, esso corrisponde a un rateo attivo dello 0,77%. Non proprio da buttare. Mettendo in fila queste cifre, abbiamo che il bond in real ha reso all’obbligazionista il 15,8% lordo in poco più di 30 giorni. Al netto dell’imposta del 12,5%, scendiamo a quasi il 14%. E’ evidente che nessuno si assicura che questo trend super favorevole si ripeta in futuro, ma è certo che esso abbia premiato coloro che avessero acquistato il titolo subito dopo la sua quotazione sul mercato.

Ai prezzi attuali, il bond in real offre un rendimento di circa il 9,5% all’anno. Esso risulterà superiore, nel caso in cui il cambio tra euro e real alla scadenza o alla previa data di disinvestimento sarà più basso di 5,05. Risulterà inferiore, se tale cambio fosse per allora più alto di 5,05. Ad esempio, se si riportasse ai livelli pre-Covid di 4,75, il rendimento alla scadenza si attesterebbe al 10,5% su base annua. Se tornasse ai minimi storici toccati a inizio pandemia di 6,80, invece, sprofonderebbe sotto il 5,10%.

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