L’annuncio formale è arrivato venerdì scorso, anche se l’intenzione era stata ventilata già nel mese di dicembre. Banco BPM eserciterà la call in merito al rimborso di un bond perpetuo e subordinato emesso nel 2007. L’operazione sarà effettuata in data 21 marzo, in coincidenza con la scadenza dei pagamenti trimestrali delle cedole. Il rimborso avverrà alla pari, chiaramente con il capitale corrisposto insieme alle cedole del periodo. In tutto, restano da pagare 105 milioni di euro di capitale, a fronte di un’emissione nel 2007 per 300 milioni.

Il bond perpetuo oggetto della call sono le Perpetual Non Step-Up Subordinated Fixed/Floating RateNotes (ISIN: XS0304963373). Prima dell’annuncio, la quotazione del titolo viaggiava poco sotto la pari. Ad ogni modo, negli ultimi mesi l’andamento del titolo è stato positivo alla Borsa di Lussemburgo in cui è negoziato, in controtendenza rispetto al mercato obbligazionario di questa fase. Ciò riflette la certezza degli operatori circa l’esercizio della call a marzo.

Bond perpetuo, cedola e caratteristiche salienti

Parliamo di un bond perpetuo, ossia senza scadenza, ma con diverse date di reset. Fino al 21 giugno 2017, esso corrispondeva agli obbligazionisti una cedola annuale fissa del 6,756%. A partire da quella data, ha riconosciuto con cadenza trimestrale un tasso pari all’Euribor a 3 mesi più un margine di 188 punti base (1,88%). Considerato che l’Euribor a 3 mesi fosse al -0,53% durante la settimana scorsa, la cedola trimestrale risulta al momento dell’1,35%. Su base annua, implica un tasso d’interesse del 5,4%. Remunerazione importante, a fronte di un rischio relativamente elevato. Oltre ad essere un bond perpetuo, il titolo è anche subordinato, in quanto sarebbe coinvolto in eventuali perdite della banca prima degli altri bond senior e subordinati con scadenza. I rating a lungo termine sui bond senior sono Baa2 e BBB (low) rispettivamente per Moody’s e DBRS, in entrambi i casi con prospettive stabili.

Evidentemente, Banco BPM punta a scrollarsi di dosso un costo maggiori di quello che può sostenere in questa fase rifinanziandosi sui mercati e volendo approfittarne prima che i rendimenti aumentino, cosa che già sta avvenendo da qualche mese. L’istituto è oggetto degli appetiti di Unicredit, il cui CEO Andrea Orcel ne starebbe valutando l’acquisizione. Tuttavia, altri due colossi francesi se lo contendono: Credit Agricole e BNP Paribas. Il boom del titolo in borsa, che da inizio anno guadagna oltre un terzo del suo valore, starebbe dissuadendo Piazza Gae Aulenti dal procedere con il lancio di un’offerta.

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