Al termine della terza riunione del board quest’anno, la Banca Centrale Europea (BCE) ha emesso il consueto comunicato in cui annuncia un nuovo aumento dei tassi d’interesse dello 0,25%. In dettaglio, i tassi di riferimento salgono al 3,75%, i tassi sui depositi bancari al 3,25% e i tassi sui rifinanziamenti marginali al 4%. La mossa era attesa dal mercato, che da qualche giorno scontava ormai una stretta monetaria meno drastica. A marzo, Francoforte aveva sorpreso i mercati, confermando l’aumento dei tassi dello 0,50% e ignorando i segnali negativi arrivati dalla crisi bancaria negli Stati Uniti.

La novità di quest’oggi, invece, riguarda l’annuncio relativo alla cessazione dei riacquisti dei bond in portafoglio con il Quantitative Easing (QE) a partire da luglio. Fino al 30 giugno prossimo, resteranno di 15 miliardi di euro al mese inferiori alle scadenze.

Spread poco mosso su tassi BCE

In reazione al comunicato sui tassi BCE, lo spread tra BTp e Bund è di poco salito a 192 punti base, con il rendimento decennale italiano in rialzo al 4,165%. In esso, si legge che l’inflazione sia ancora “troppo alta per un periodo prolungato” e le “pressioni sottostanti rimangono forti”. Per questo si rende necessaria la stretta monetaria di oggi. Il board manterrà un approccio “dipendente dai dati” per le prossime riunioni. Confermato il riacquisto dei bond in portafoglio con il PEPP almeno fino alla fine del 2024 con tutta la connessa flessibilità garantita dal programma.

La decisione sullo stop ai riacquisti dei bond inseriti in portafoglio tra il 2015 e lo scorso anno tramite il QE non è una doccia fredda. Era stata scontata, almeno in parte, dal mercato obbligazionario. Potrebbe essere stato oggetto di scambio tra “falchi” e “colombe” nel board, affinché i primi avallassero un aumento dei tassi BCE più contenuto oggi. Ne sapremo di più con la conferenza stampa del governatore Christine Lagarde delle ore 14.45.

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