Secondo il Chief Strategy Officer di Blockstream, Samson Mow, lo stato di El Salvador ad oggi sarebbe riuscito ad attirare promesse verbali di investimento per 500 milioni di dollari per il lancio del suo primo Bitcoin bond o anche ribattezzato bond “vulcano”. Si tratta di promesse non vincolanti, per cui non è detto che la suddetta cifra si tradurrà in capitali raccolti a tutti gli effetti. Ad ogni modo, quando manca quasi un mese al collocamento ufficiale, pare che l’interesse per l’asset sul mercato vi sia, per quanto l’importo atteso dall’emissione sia di 1 miliardo di dollari, il doppio degli impegni verbali sinora materializzatisi.

Il Bitcoin bond di El Salvador avrà durata di 10 anni e offrirà cedola del 6,5% fisso. Metà dei capitali raccolti sarà destinata a finanziare la costruzione di Bitcoin City nel Nord-Est dello stato e alle pendici del vulcano, così che i Bitcoiners possano sfruttarne l’energia geotermica per il “mining”. Sarà un’area dedicata al business esentasse. L’altra metà dei capitali servirà per l’acquisto di Bitcoin. Questi saranno mantenuti in portafoglio dallo stato di El Salvador per un periodo di 5 anni, decorso il quale alcune “criptovalute” saranno rivendute per finanziare l’erogazione di una seconda cedola a favore degli obbligazionisti.

Bitcoin bond, grossi rischi in vista

Un interesse lordo annuo del 6,5% sembra un affare di questi tempi, ma sui Bitcoin bond incombono svariati e grossi rischi. Il primo consiste nell’alta inflazione globale post-pandemia. Se perdurasse a lungo, neppure una cedola così elevata sarebbe capace di remunerare il capitale a sufficienza, specie tenendo conto che il debito salvadoregno sia giudicato “spazzatura” dalle principali agenzie di rating. Secondariamente, sul mercato secondario i bond domestici a 10 anni offrono ormai un rendimento prossimo al 21%. La quotazione del titolo in dollari si è quasi dimezzata in 10 mesi.

Affinché l’investimento in Bitcoin bond abbia senso da un punto di vista economico, sarebbe necessario che esso offrisse almeno lo stesso rendimento del bond ordinario di pari durata.

All’appello manca ad oggi circa il 14,5%. Molto difficile che l’emittente sarà in grado di colmare il divario con la rivendita dei Bitcoin in portafoglio. Anzitutto, perché nessuno ci garantisce che il loro prezzo aumenterà nei prossimi anni. Dopodiché, la rivendita sarebbe parziale e per i primi 5 anni la cedola sarebbe del 6,5%. Servirebbe un boom delle quotazioni per giustificare l’investimento, tale per cui esse arrivino a 300.000 dollari entro la fine del decennio considerato dai 38.800 dollari attuali. Una scommessa molto ardua. Infine, se il prezzo dei Bitcoin scendesse alla scadenza sotto il valore di acquisto, con quale denaro El Salvador restituirebbe il capitale agli obbligazionisti? E se la costruzione di Bitcoin City si rivelasse un progetto poco o affatto fruttifero?

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