L’Austria ha annunciato ieri il lancio di un nuovo Green Bond a 6 anni e l’emissione di un nuovo titolo a 30 anni ordinario “nel prossimo futuro”, un’espressione gergale che sui mercati finanziari sottintende la realizzazione dell’operazione entro il giorno successivo. Nel dettaglio, la prima obbligazione sarà emessa per un valore nominale di 3 miliardi di euro e arriverà a scadenza il 3 maggio 2029. Il trentennale scadrà il 20 ottobre 2053 e sarà di importo “benchmark”, vale a dire di almeno 500 milioni di euro.

Il mandato è stato affidato al seguente consorzio di banche: Barclays, Bank of America, Erste Group, JP Morgan e Morgan Stanley.

Come sappiamo, i Green Bond sono titoli obbligazionari i cui proventi vengono impiegati per finalità ambientali. Negli ultimi tempi, il cosiddetto greenium si sta assottigliando fino ad azzerarsi, cioè le emissioni avvengono a rendimenti sempre più sostanzialmente uguali a quelle relative ai bond ordinari. Sulla base dei rendimenti vigenti sulla curva delle scadenze, il Green Bond dell’Austria dovrebbe offrire intorno al 2,95%. Il trentennale, invece, si aggirerebbe sopra il 3,20%. Non saranno numeri da far girare la testa a un investitore italiano, ma in un’ottica di diversificazione del portafoglio questo mercato non andrebbe snobbato.

Bond Austria a premio sui Bund

L’Austria per un pelo non rientra più nell’esclusivo club della tripla A. I suoi bond godono, però, di rating altissimi: AA+ per S&P e Fitch, Aa1 per Moody’s. In tutti e tre i casi, si tratta del secondo voto più alto assegnato dalle agenzie rispettivamente alle loro scale di giudizio. A fronte di un rischio di credito sostanzialmente simile, i rendimenti austriaci risultano superiori a quelli tedeschi. Il premio o spread si aggira in area 60-65 punti base o 0,60-0,65% sul tratto a 10 anni, a 50 punti o 0,50% per la scadenza a 6 anni e intorno ai 65 punti o 0,65% per il tratto a 30 anni.

Acquistare bond dell’Austria significa, quindi, inserire in portafoglio titoli non significativamente meno sicuri dei Bund, pur a fronte di rendimenti maggiori. E a differenza di Berlino, Vienna ci consente da anni di investire sul segmento ultra-lungo della curva. Dal 2017 ad oggi, ha emesso due bond a 100 anni. Il secondo risale al giugno del 2020, in piena pandemia. La scadenza 30 giugno 2120 con cedola 0,85% offre attualmente un rendimento in area 3,10%. La quotazione del titolo è sprofondata sotto 40 centesimi, dirigendosi verso i minimi storici toccati a inizio marzo scorso.

Il bond a 100 anni dell’Austria offre elevate opportunità di realizzi negli anni futuri, quando i tassi di mercato si abbasseranno. Grazie all’altissima duration, i prezzi dovrebbero impennarsi, consentendo all’obbligazionista di maturare plusvalenze potenzialmente significative. Ma ovviamente non è dato sapere quali possano essere i tempi e le dimensioni della risalita. In uno scenario di stagflazione, poi, i prezzi sarebbero destinati a restare bassi a lungo. E per quanto questo al momento non appaia preponderante, è un rischio di cui tenere pur sempre conto.

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