Mese di agosto praticamente finito, ma agli sgoccioli il Tesoro punterà domani ad incassare fino a un controvalore massimo di 8 miliardi di euro. Lo farà con l’emissione di BTp e CcTeu in asta. Saranno quattro i titoli offerti e che esamineremo brevemente nel corso dell’articolo. Ecco quali sono:

  • BTp 5 anni, scadenza 1 dicembre 2027, cedola 2,65% (ISIN: IT0005500068), quinta tranche;
  • BTp 10 anni, scadenza 1 dicembre 2032, cedola 2,50% (ISIN: IT0005494239), nona tranche;
  • BTp 15 anni, scadenza 1 marzo 2030, cedola 3,50% (ISIN: IT0005024234), ventiquattresima tranche;
  • CcTeu 7 anni, scadenza 15 ottobre 2030, cedola semestrale 0,215% + spread 0,75% (ISIN: IT0005491250), ottava tranche.

Nel caso del BTp a 15 anni, evidentemente adesso presenta una durata residua dimezzata, cioè di circa 7 anni e mezzo.

Ad ogni modo, trattasi di quattro titoli di stato medio-lunghi. I rendimenti offerti sul mercato secondario appaiono abbastanza allettanti. Stando ai prezzi di chiusura di venerdì scorso, il BTp 2027 rende il 2,95% lordo; il BTp 2032 il 3,68%; il BTp 2030 il 3,20% e, infine, il CcTeu 2030 il 2,36%.

Inflazione dato chiave per asta BTp

Quest’ultimo titolo è agganciato all’Euribor a 6 mesi, che al termine della settimana scorsa viaggiava sopra 0,98%. Pensate che aveva debuttato quest’anno al -0,54%. Dunque, vi è stato un aumento di circa 150 punti base o 1,50%. Un’enormità per un lasso di tempo così breve. Acquistare un bond di questo genere significa scommettere al rialzo sui tassi di mercato. E questo sarebbe lo scenario nel caso in cui l’inflazione continuasse a salire o, comunque, rimanesse elevata per tutti i prossimi mesi.

Proprio l’inflazione è il dato chiave per capire se e quando investire. Essa costringe la BCE ad alzare i tassi d’interesse, con la conseguenza che i prezzi delle obbligazioni scendono e i rendimenti salgono. Il mercato ha già scontato questo scenario, per cui solo una stretta monetaria più virulenta sarebbe capace di affossare ulteriormente i prezzi. L’Italia presenta, poi, un rischio sovrano maggiore per via delle tensioni politiche legate alle elezioni di settembre e dell’enorme debito pubblico accumulato.

Un BTp a 10 anni al 3,70% si mostra, ad ogni modo, molto allettante. Le aspettative d’inflazione restano ancorate al target BCE per il medio-lungo termine e questo suggerisce che il rendimento reale netto risulterebbe positivo.

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