La BCE ha prospettato ieri un primo rialzo dei tassi d’interesse già nel mese di luglio. L’ultimo risale all’estate del lontano 2011. Il mercato sconta un aumento complessivo del costo del denaro nell’Eurozona dello 0,75% entro l’anno. Le variazioni dei tassi di mercato risultano ad oggi molto contenute nel tratto a breve termine. L’Euribor si mostra, infatti, poco mosso. Quello a 6 mesi è salito a -0,33% da -0,54% di inizio anno. E sappiamo quanto sia importante questo tasso, a cui sono agganciati molti mutui a tasso variabile.

Per capire meglio quali sarebbero le variazioni attese dal mercato per il prossimo futuro, quale migliore occasione di monitorare l’andamento dei CcTeu?

Il CcTeu è un titolo di stato con cedola agganciata proprio all’Euribor a 6 mesi. La scadenza 15 aprile 2029 (ISIN: IT0005451361) offre una cedola fissa dello 0,65%, oltre al suddetto tasso. Ieri, scambiava sul Mercato obbligazionario Telematico di Borsa Italiana a 100,30, un prezzo che corrisponde a un rendimento alla scadenza dello 0,61%. Il dato è al netto dell’Euribor a 6 mesi, computato il quale il rendimento lordo scenderebbe allo 0,28%. Dovete considerare che il rendimento a 7 anni sempre ieri si aggirava intorno al 2,10%.

Attese forti su Euribor a 6 mesi

Il “breakeven”, cioè la differenza tra rendimento del CcTeu 2029 e il BTp a 7 anni, risulta essere dell’1,5%. Questo sarebbe, dunque, il tasso medio atteso per l’Euribor a 6 mesi nei prossimi 7 anni. All’inizio del 2022, esso si aggirava in area 0,25%. A conti fatti, il mercato sta scontando un forte rialzo dei tassi nei prossimi anni, chiaramente a seguito della stretta monetaria della BCE per placare l’alta inflazione di questa fase. E’ un’ipotesi molto forte. L’1,5% si confronta con il -0,33% attuale. C’è da dire anche che l’Euribor a 6 mesi non è stato mai positivo sin dall’ottobre 2015, sei anni e mezzo fa.

E l’ultima volta che stava a 1,5% fu all’inizio del 2012, oltre dieci anni fa.

Sembra proprio che la lunga fase di accomodamento monetario sia destinata a cedere il passo a una normalizzazione. Va da sé che i possessori dei CcTeu 2029 perderebbero la scommessa se l’Euribor a 6 mesi salisse di poco e, comunque, sotto il “breakeven” di 1,5%. Viceversa, la vincerebbero nel caso in cui salisse mediamente sopra 1,5%. A quel punto, avranno portato a casa un rendimento maggiore di quello che offrirebbe loro oggi il BTp a 7 anni.

[email protected]