Martedì 14 giugno, il Tesoro offre in asta nuove tranche di BTp a medio-lunga scadenza. In tutto, punta a raccogliere un importo compreso tra 4,5 e 6 miliardi di euro. Quattro i titoli di stato coinvolti nell’operazione. Ecco quali sono:

  • BTp 3 anni, scadenza 15 agosto 2025, cedola 1,20% (ISIN: IT0005493298), 5a tranche per 1,5-2 miliardi;
  • BTp 7 anni, scadenza 15 giugno 2029, cedola 2,80% (ISIN: IT0005495731), 3a tranche per 2-2,5 miliardi;
  • BTp 30 anni, scadenza 1 settembre 2052, cedola 2,15% (ISIN: IT0005480980), 4a tranche;
  • BTp 30 anni, scadenza 1 settembre 2049, cedola 3,85% (ISIN: IT0005363111), 10a tranche.

Per i due titoli di stato a 30 anni, l’importo massimo complessivo è stato fissato in 1-1,5 miliardi di euro.

Come possiamo notare, in offerta vi sarà l’ex bond trentennale con scadenza 2049. Debuttò sul mercato sovrano agli inizi del 2019 in condizioni monetarie molto simili a quelle odierne. A dire il vero, allora i tassi di mercato nell’Eurozona erano bassissimi, ma in Italia lo spread risultava alto da mesi a causa delle tensioni tra Roma e Bruxelles sul deficit. Eravamo sotto il governo Conte 1, sorretto da Movimento 5 Stelle e Lega.

Asta BTp, cedole interessanti

L’asta BTp di settimana prossima ci consente di investire in titoli di stato dalla cedola molto variegata. E certamente la più allettante riguarda proprio il BTp 2049. Partiamo da un 3,85% lordo annuo. Fino a qualche mese fa, era un tasso altissimo, mentre oggi appare congruo per la scadenza considerata. Tant’è che il bond chiudeva ieri intorno alla pari. Come dire che il mercato pretende dall’ex “benchmark” trentennale un rendimento in linea con la cedola.

Al netto dell’imposizione fiscale, stiamo parlando di un tasso di poco inferiore al 3,4%. Esso si rivela molto appetibile anche in tempi di alta inflazione. Nel tempo, infatti, riuscirebbe teoricamente a sovrastarla e ad offrire così all’obbligazionista un flusso di reddito reale nettamente positivo.

E c’è un’altra ragione per guardare al BTp 2049 con interesse.

Questo titolo prezzava nell’agosto scorso sopra 150. Da allora ha perso più di un terzo del suo valore. Questo implica anche un potenziale recupero elevato nei prossimi anni, quando le condizioni monetarie torneranno ad essere più espansive nell’Eurozona. E l’alta cedola ha frenato il crollo della quotazione di questi mesi, mentre d’altra parte sosterrebbe gli acquisti in fase di discesa dei rendimenti.

[email protected]