Sarà un’asta pesante quella in programma il prossimo 24 febbraio e che vedrà il Tesoro offrire al mercato tre titoli di stato a medio-lunga scadenza per un importo compreso tra 8 e 9,5 miliardi di euro. Numeri che segnalano come in questa fase si stia cercando di raccogliere sul mercato quanti più capitali possibili, dato che nell’intero anno dovranno essere incassati sui 500 miliardi di euro tra debito in scadenza da rifinanziare e deficit da coprire. Nel dettaglio, ci saranno la quarta tranche del BTp a 5 anni, la settima tranche del BTp a 10 anni e il debutto del nuovo CcTeu a 5 anni.

Vediamone le caratteristiche.

Tra 2 e 2,5 miliardi il Tesoro cercherà di raccoglierli attraverso l’emissione del BTp 1 aprile 2028 e cedola 3,40% (ISIN: IT0005521981). Questo titolo sul mercato secondario tratta oggi a circa 98 centesimi, offrendo un rendimento alla scadenza superiore al 3,90%. A questi prezzi si mostra allettante, anche per via della durata non particolarmente lunga. La prima cedola (mini o “short coupon”) sarà staccata l’1 aprile, quando il Tesoro corrisponderà ai sottoscrittori un tasso lordo pari all’1,139560% del capitale nominale, vale a dire in relazione a 122 giorni su un semestre di 182 giorni. Infatti, la data a partire dalla quale decorrono gli interessi è il 30 novembre del 2022.

Poi ci saranno 3-3,5 miliardi dal BTp 1 maggio 2033 con cedola 4,40% (ISIN: IT0005518128). Si tratta dell’attuale “benchmark” decennale. Per essere più chiari, è il titolo il cui rendimento è utilizzato per calcolare lo spread con il Bund a 10 anni della Germania. Sul mercato secondario prezza intorno alla pari e ad un rendimento del 4,45%, leggermente superiore al tasso cedolare.

Ecco CcTeu 2028, occhio ad Euribor a 6 mesi

Infine, arriva il nuovo CcTeu a 5 anni, scadenza 15 ottobre 2028 (ISIN ancora da attribuire). Questo è un titolo particolare, di cui molte famiglie non avranno mai sentito parlare. Si tratta di un bond con cedola indicizzata all’Euribor a 6 mesi.

Nel caso specifico, offre su base annua un tasso pari all’Euribor a 6 mesi aumentato di uno spread dello 0,80%. La data da cui decorre il calcolo degli interessi è il 15 ottobre 2022. L’Euribor di riferimento non è quello vigente nel giorno di riscossione della cedola, bensì il tasso pubblicato due giorni prima l’inizio del periodo di godimento cedolare. Nel nostro caso, dobbiamo fare riferimento a quello in data 13 ottobre 2022: 2,012%.

Ed ecco, infatti, che la prima cedola annuale sarà pari al 2,812%, come lo stesso Tesoro segnala con il comunicato ufficiale dell’emissione. Poiché il BTp di pari durata con cedola fissa offre attualmente un rendimento in area 3,80%, dobbiamo attenderci che il CcTeu sia prezzato nettamente sotto la pari. Chi lo acquisterà, nei fatti starà scommettendo su un rialzo dei tassi di mercato. L’Euribor a 6 mesi è salito questa settimana al 3,20% ed è probabile che continui a salire anche nei prossimi mesi fintantoché la Banca Centrale Europea non cesserà la stretta sui tassi d’interesse.

Considerate, però, che fino alla metà dello scorso anno e sin dall’autunno del 2015 viaggiava sottozero. Le condizioni monetarie più restrittive hanno fatto salire i tassi dopo numerosi anni in cui erano stati negativi. E questo rappresenta un monito per quanti volessero inserire in portafoglio un CcTeu nella convinzione di riuscire ad alzare il rendimento di portafoglio grazie al rialzo dei tassi.

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