Martedì 13 giugno, il Ministero di economia e finanze terrà un’asta di BTp a medio-lunga scadenza. Cercherà di raccogliere tra un minimo di 6,25 e un massimo di 7,5 miliardi di euro attraverso l’emissione di tre titoli di stato. Nel dettaglio, l’offerta riguarderà le seguenti tranche di bond già in circolazione:

  • BTp 15 aprile 2026, cedola 3,80% (ISIN: IT0005538597), settima tranche, 2,25-2,75 miliardi;
  • BTp 15 giugno 2030, cedola 3,70% (ISIN: IT0005542797), quinta tranche, 2,75-3,25 miliardi;
  • BTp 01 ottobre 2053, cedola 4,50% (ISIN: IT0005534141), seconda tranche, 1,25-1,50 miliardi.

Retail punta sul tratto medio-breve

L’asta di BTp attirerà perlopiù l’attenzione delle famiglie per il tratto medio-breve.

Non a caso il successo di questi giorni sta riguardando l’emissione di un nuovo bond retail – il BTp Valore 2027 – della durata di quattro anni. Il BTp a 3 anni offre un rendimento del 3,45% allo stato attuale, dato dal fatto che la quotazione sul Mercato obbligazionario Telematico si attestava in mattinata in area 100,78, cioè sopra la pari.

Conveniente? Tenuto conto dell’alta inflazione di questa fase e del rendimento netto appena sotto il 3%, dovremmo auspicare che i prezzi al consumo salgano nel prossimo triennio ad una media non troppo superiore del target BCE del 2%. Probabile che accada, anche se nessuno ha la sfera di cristallo per dirlo con certezza.

Interessante il BTp a 7 anni, che esibisce una quotazione sotto la pari, a meno di 99,25 centesimi. Il rendimento alla scadenza sfiora il 3,90%, che al netto dell’imposizione fiscale scende al 3,40%. Questo titolo sembra garantire un rendimento netto reale positivo da qui ai prossimi sette anni. Il periodo d’investimento non sarebbe neppure particolarmente lungo.

Asta BTp 30 anni, tranche poco idonea per famiglie

Infine, la seconda tranche del BTp a 30 anni. In questo caso, il prezzo è ben sotto la pari, viaggiando oggi in area 98,30 centesimi. Il rendimento lordo si aggira a poco meno del 4,70%, quello netto è del 4,10%.

Questo bond è interessante per due ragioni. Offre abbastanza da compensare verosimilmente l’inflazione e generare un guadagno reale nell’ordine del 2% medio all’anno o poco meno. Chi volesse beneficiare di un’entrata fissa per i prossimi decenni, avrebbe un asset di tutto riguardo.

Ma il BTp a 30 anni può essere inserito in portafoglio anche solo per ragioni speculative, ovvero per rivenderlo a quotazioni maggiori. Essendo un titolo a lunghissima scadenza, risulta molto sensibile alla variazione del rendimento sottostante. Considerato che nei prossimi anni la Banca Centrale Europea taglierà i tassi d’interesse dopo che li avrà portati all’apice nei prossimi mesi, la prospettiva sarebbe concreta. Ma è ugualmente rischiosa. Nessuno può sapere in anticipo quando e di quanto scenderanno i rendimenti lungo la curva. Si consiglia estrema prudenza prima di decidere se investirvi o meno.

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