Di BTp parliamo molto spesso, di BoT quasi mai. E non a caso. I Buoni ordinari del Tesoro sono titoli di stato della durata massima di 12 mesi, cioè a breve scadenza. Essi non offrono alcuna cedola, per cui il rendimento per l’obbligazionista scaturisce dalla differenza tra il prezzo di rimborso (100) e quello di acquisto del bond. Negli ultimi anni, i BoT sono stati venduti all’asta sopra la pari, per cui l’investitore aveva la certezza che alla scadenza non solo non avrebbe guadagnato nulla, ma ci avrebbe rimesso.

Di fatto, questi titoli sono rimasti appannaggio delle istituzioni finanziarie, a caccia di asset di qualità e facilmente liquidabili.

All’inizio di quest’anno, un BoT a 12 mesi offriva il -0,45%. A metà del mese scorso, era arrivato sopra l’1%. Alla fine della scorsa settimana, il rendimento risultava essersi dimezzato a poco più dello 0,50%. Perché vi diciamo questo? Il Tesoro ha annunciato per domani la consuete asta mensile di BoT a 12 mesi per il controvalore di 7 miliardi di euro (ISIN: IT0005500027). La data di regolamento è stata fissata per giovedì 14 luglio e la scadenza per il 14 luglio 2023.

Asta BoT, ecco i rendimenti attesi

L’asta BoT dovrebbe esitare un rendimento superiore allo 0,50%, per cui il prezzo di emissione si aggirerebbe in area 99,50 centesimi. A giugno, il prezzo esitato fu di 99,103 centesimi, corrispondente a un rendimento lordo alla scadenza dello 0,893%. Il grafico ci dice che per rivedere livelli sopra l’1% dovremmo tornare indietro di nove anni. E il 2% fu raggiunto l’ultima volta nel 2012. In termini reali, cioè tenendo conto dell’inflazione, erano sempre rendimenti negativi, ma mai come in questa fase. Chi avesse acquistato BoT a 12 mesi all’asta di giugno 2021, alla scadenza avrebbe accusato un rendimento reale del -8,50%.

Investire in BoT così poco remunerativi avrebbe scarso significato economico. A meno che l’alternativa non fosse di parcheggiare il denaro sul conto corrente o fosse anche il conto deposito.

Ancora oggi, i tassi d’interesse che le banche offrono ai clienti si mostrano inferiori mediamente ai rendimenti dei titoli di stato a breve termine. Certo, anche i BoT espongono a un minimo rischio, dettato non dal mancato rimborso, bensì dall’eventuale esigenza di disinvestire in anticipo. In quel caso, si dovrebbe rivendere il titolo sul mercato secondario, accettandone i prezzi esitati.

[email protected]