Come da attese, la BCE ha appena comunicato il rialzo dei tassi d’interesse per la prima volta dal 2011. Con un ritardo di 30 minuti rispetto all’orario ordinario, già fatto presente da settimane, al termine del board l’istituto ha reso noto che i tassi sui depositi delle banche saliranno da -0,50% a 0, i tassi di rifinanziamento principale da 0 a 0,50% e i tassi di rifinanziamento marginale da 0,25% a 0,75%.

E ci sono finalmente anche i dettagli tecnici anche sul funzionamento del cosiddetto scudo anti-spread, che era stato annunciato a giugno dopo un board d’emergenza.

Tecnicamente, è noto come TPI (Transmission Protection Instrument). Non avrà restrizioni ex ante e la sua entità dipenderà dalla gravità dei rischi per la trasmissione della politica monetaria. I dettagli veri e propri saranno resi noti in conferenza stampa dal governatore Christine Lagarde e con apposito comunicato delle ore 15.45.

Le prime reazioni sui mercati segnalano un minimo apprezzamento per il cambio euro-dollaro, che si avvicina nuovamente alla soglia di 1,02, nonché una sostanziale stabilità dello spread BTp-Bund. Il BTp a 10 anni sale a un rendimento del 3,70%, ma il divario con i titoli tedeschi per il momento resta invariato per effetto della risalita dei rendimenti dei Bund.

I mercati avevano perlopiù scontato un rialzo dei tassi dello 0,25%, fidandosi dell’impegno della stessa BCE al board di giugno. Tuttavia, già nei giorni scorsi si era speculato di una stretta monetaria maggiore per fronteggiare un’inflazione ormai esplosa all’8,6% a giugno nell’Eurozona, sopra le attese e quasi 4 volte e mezza sopra il target del 2%.

Nel comunicato delle 14.15 si legge che la prima linea di difesa contro eventuali attacchi speculativi ai danni dei bond sovrani nell’area sarà offerta dai reinvestimenti dei bond in scadenza e acquistati con il PEPP, il piano anti-pandemico varato nel 2020.