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Oggi: 05 Dic, 2025

Non chiamateli scontrini pazzi, è la legge del mercato

Anche nel 2025 c'è l'estate degli "scontrini pazzi" e il web si scatena sull'ultimo episodio apparentemente folle tra alberghi e ristoranti.
4 mesi fa
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Altra estate di scontrini pazzi
Altra estate di scontrini pazzi © Licenza Creative Commons

Una spolverata di pepe fatta pagare 50 centesimi, aragoste servite a peso d’oro e persino 1,50 euro per farsi togliere i pomodorini dalla pizza. Un’altra estate di “scontrini pazzi”, che sembrano battuti apposta per attizzare le polemiche sul web. Gli internauti si scatenano tra chi vorrebbe vedere chiudere albergatori e ristoratori arraffoni e chi li difende. I giudizi non sono mai pacati, perché i social rimuovono ogni filtro che ci autoimponiamo nel corso della nostra quotidianità. Chi ha ragione? Tutti e nessuno.

Turisti stranieri tengono a galla il Pil

Quelli che da anni ci ostiniamo a definire scontrini pazzi, come se fossero il frutto di un errore di battitura o delle stravaganze di un qualche isolato esercente, tali non sono.

Avete presente la noiosa e famosa legge del mercato? Se la domanda sale, i prezzi seguono. E in Italia da anni ci compiacciamo del fatto che il turismo vada di bene in meglio. Non solo noi italiani non badiamo più da tempo a spese pur di farci una vacanza in patria o all’estero, ma ci pensano gli stranieri ad accentuare il boom.

L’anno scorso i secondi hanno inciso per il 54% dei pernottamenti. La nostra bilancia turistica si è chiusa con un saldo attivo di 21,2 miliardi di euro, mentre nei primi cinque mesi di quest’anno risultava in crescita a 5,6 miliardi. Significa che i turisti stranieri in Italia spendono più dei turisti italiani all’estero. Tale differenza contribuisce a tenere a galla il nostro Pil, ormai per circa l’1% all’anno. Senza, saremmo un’economia in recessione.

Boom del turismo causa prezzi alti

Il rovescio della medaglia del boom del turismo – overtourism per quelli che parlano sofisticato – è che i prezzi necessariamente salgono.

I servizi e persino i prodotti tipici locali diventano sempre più cari e inaccessibili ai residenti, i cui stipendi restano al palo. Cosa c’entrano gli scontrini pazzi? Esistono per il semplice fatto che la clientela non manca nei locali e negli alberghi. Che tizio e caio si lamentino di qualche stramberia al limite a volte dell’arroganza, poco importa. Per un italiano che strabuzza gli occhi ci sono tanti stranieri per cui i nostri prezzi risultano persino modici.

Abbiamo puntato sul turismo come “il nostro petrolio”? Questi sono i risultati. Ed è una situazione analoga a quella delle altre mete cult a noi vicine come Spagna, Portogallo e Grecia. D’altronde, il successo si deve proprio al fatto che siamo diventati una realtà “cheap” per turisti stranieri più danarosi di noi grazie al cambio e/o agli stipendi reali più alti. Arrivano, spendono e tengono così in vita attività che altrimenti o non esisterebbero o fatturerebbero di meno.

Scontrini pazzi non fenomeno passeggero

Con la logica sottostante agli scontrini pazzi dovremo conviverci, a meno di non cambiare paradigma. I lidi erano strapieni fino all’estate scorsa, malgrado prezzi fortemente aumentati. L’alta domanda autorizza un esercente a fissare tariffe ancora più alte fino a quando non si rende conto di avere superato la soglia critica.

E’ il mercato. Può accadere che i prezzi continuino a salire anche se noi italiani ce ne restiamo a casa, qualora venissimo rimpiazzati in spiaggia, in montagna o in giro per le città d’arte dagli stranieri.

Il trauma lo stanno vivendo soprattutto al Sud, dove nelle località più turistiche non sono più scontati l’acqua gratis al bar o il caffè a prezzi popolari. Non è un caso che si concentrino spesso qui le storie su scontrini pazzi veri o presunti. Il miracolo di mete relativamente recenti come il Salento pensavate che avvenisse senza effetti collaterali? Parlate con gli abitanti di Capri, Venezia, Taormina o Costa Smeralda e capirete che da ben più anni è precluso loro farsi un aperitivo sotto casa, a causa della disparità siderale tra il loro potere di acquisto e i prezzi.

giuseppe.timpone@investireoggi.it 

 

Giuseppe Timpone

In InvestireOggi.it dal 2011 cura le sezioni Economia e Obbligazioni. Laureato in Economia Politica, parla fluentemente tedesco, inglese e francese, con evidenti vantaggi per l'accesso alle fonti di stampa estera in modo veloce e diretto. Da sempre appassionato di economia, macroeconomia e finanza ha avviato da anni contatti per lo scambio di informazioni con economisti e traders in Italia e all’estero.
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