La tassa di imbarco di 3 euro per chi parte da un aeroporto italiano, che oggi è solo una proposta, ma che potrebbe diventare realtà, ha già fatto arrabbiare Ryanair e altre compagnie aeree che hanno chiesto di non inserirla. La conseguenza più temibile, infatti, non è soltanto il rincaro dei voli ma anche la riduzione dei collegamenti. Nell’ultima bozza della legge di bilancio, è stata inserita la possibilità per i Comuni che hanno degli aeroporti nei loro territori di poter aumentare fino a 3 euro la tassa di imbarco per chi parte.

Questa misura potrebbe portare alle casse comunali fino a 380 milioni di euro aggiuntivi.

Voli aerei, tornano i prezzi folli per Natale: Ryanair contro la tassa di imbarco, biglietti più cari

Infatti, bisogna considerare che in questo momento la tassa di imbarco è di 6,5 euro negli aeroporti italiani, 9 a Venezia, 8,5 a Napoli, 7,5 negli aeroporti di Roma. Quindi, con l’aumento della tassa di imbarco, i viaggiatori arriverebbero a pagare fino a 12 euro di addizionale.
Come anticipato a inizio articolo, Ryanair ha già protestato contro questa possibile decisione. Eddie Wilson, amministratore delegato del vettore, infatti, ha spiegato che la proposta di eliminare la tassa avrà un impatto negativo per il turismo in Italia:

«Se questo provvedimento verrà adottato saremo costretti a rivedere l’offerta nel mercato italiano per la prossima stagione estiva»

Ryanair non è certo l’unica ad aver criticato la misura. Anche easyJet e il presidente di Assaeroporti Carlo Borgomeo, non si sono discostati troppo dalle parole di Wilson. Il presidente di Assaeroporti ha chiarito che la norma sull’addizionale comunale preoccupa perché potrebbe rappresentare un danno per il sistema aeroportuale. Anche Alessandro Fonti, presidente di Aic Alf, l’associazione italiana delle compagnie aeree low fare, ha dichiarato che aumentare la tassa rappresenterebbe un errore e il governo dovrebbe intervenire per ridurla.

Tornano i prezzi folli per le feste, il salasso di Natale per i fuorisede

Se il tema dell’aumento della tassa di imbarco fa discutere, lo stesso si può dire in merito ai rincari dei voli, un problema sempre attuale ma che lo diventa ancora di più in vista delle vacanze di Natale, quando i fuorisede che lavorano al nord devono tornare nella loro Regione d’origine.

I prezzi dei voli aumentano in maniera spropositata in vista delle feste. Ormai è risaputo e se i turisti o chi viaggia possono anche scegliere di non partire, chi deve tornare a casa in quel periodo ha molta meno scelta. Addirittura, per spendere meno, chi da Milano deve volare verso la Sicilia risparmierebbe se facesse scalo a Tirana. O in qualche altra città europea.

Come scrive il Fatto Quotidiano, infatti, se un siciliano che deve tornare a casa durante le vacanze volasse da Milano a Catania il 15 dicembre con ritorno l’8 gennaio con la compagnia Wizz Air, spenderebbe adesso 355 euro. Prezzo che scenderebbe a 294 euro se si facesse scalo a Tirana. E a 155 euro se si optasse per la combinazione di Wizzair e Ryanair. Se invece si partisse da Bologna per Catania il 21 dicembre con ritorno il 6 gennaio, si risparmierebbero addirittura 200 euro passando da Parigi. Insomma, nulla è cambiato rispetto al passato. Arrivano le festività e i voli iniziano a rincarare. Soprattutto quelli verso le isole italiane e l’unico modo per spendere meno sembra proprio quello di fare scalo all’estero. Un vero paradosso.

Riassumendo

  • La notizia del possibile aumento della tassa di imbarco di 3 euro in alcuni aeroporti italiani ha fatto arrabbiare Ryanair e altre compagnie
  • Il rischio potrebbe essere una minor offerta di voli in Italia
  • Intanto i voli già costano un capitale per le vacanze di Natale, soprattutto quelli che collegano le grandi città italiane alla Sicilia.