Il problema dei voli più cari da ormai molti mesi è diventato parte di un dibattito che ha portato a un decreto legge sul caro voli. Un decreto che ha avuto conseguenze anche piuttosto pesanti: le compagnie aeree, infatti, hanno inviato una lettera alla Ue come protesta contro il blocco dei prezzi. Alcune avevano anche minacciato di lasciare l’Italia.
Ad agosto, infatti, il ministro Urso ha dato il via libera al decreto per limitare l’aumento dei prezzi. Soprattutto su alcune tratte, come i voli verso le isole.

Il ministro ha annunciato l’apertura di un tavolo ma le compagnie sostengono che con questo limite si rischierebbe di ridurre ancora di più i collegamenti con le isole perché il prezzo bloccato – associato dal decreto – potrebbe non essere proprio possibile per i vettori.

Voli sempre più cari

Da dopo il covid-19, le compagnie si trovano a corto di personale, ad incidere è stata anche la guerra in Ucraina e il rincaro del carburante. Quest’anno la domanda di voli ha subito un aumento importante, anzi la domanda ha quasi superato l’offerta, che è apparsa ancora limitata. Da qui – a detta delle compagnie aeree – il problema del caro voli di cui si discute da mesi.
A proposito del prezzo massimo dei voli per le tratte verso le isole, Andrea Giuricin, docente universitario ed economista a Quotidiano Nazionale ha detto:

“Mettere un prezzo massimo a un servizio va contro i principi di concorrenza. Un conto è applicare un prezzo massimo a chi è residente nelle isole, un conto è limitare chiunque viaggi con un prezzo massimo”

Oltre al fatto che il provvedimento potrebbe non trovare campo libero da parte dell’Europa, l’economista sottolinea che a rimetterci potrebbero essere anche gli utenti. Infatti, le compagnie potrebbero essere spinte ad alzare il prezzo medio per recuperare i costi sostenuti, ad esempio “applicando tariffe molto più alte sui last-minute”.

Un modo per abbassare i prezzi- ha fatto sapere Giuricin a QN– potrebbe essere “ridurre l’addizionale comunale per l’imbarco dei passeggeri”. Si tratta di un’addizionale che pesa già per il 25% e quindi la sua riduzione potrebbe portare verso la giusta strada.
Durante l’estate 2023, i voli aerei hanno subito rincari non indifferenti. Alcune associazioni dei consumatori hanno appurato che su alcune tratte il prezzo era molto alto e i voli europei costavano quasi più di un volo per New York. Da qui le proteste degli utenti che in questi mesi hanno dovuto spendere cifre molto alte per volare e recarsi nei luoghi di vacanza.

Voli aerei, con il tetto ai prezzi si rischiano nuovi aumenti per chi vola?

Più colpite sono state proprio le tratte da e per le isole italiane, come Sardegna e Sicilia. Con il decreto voli contro il caro prezzi quindi, si cerca di migliorare la situazione ma le proteste delle compagnie e soprattutto il pericolo di un aumento dei prezzi ancora peggiore, potrebbe davvero dare un freno alla proposta italiana.
Intanto, l’estate è agli sgoccioli ma per i prossimi mesi, se nulla cambierà, si rischiano ancora prezzi davvero esorbitanti per volare da una città italiana a un’altra europea.

Riassumendo

  • Nonostante il decreto voli voluto dal ministro Urso le compagnie hanno protestato scrivendo una lettera alla Ue
  • Da mesi, ormai, i voli hanno prezzi più alti. Per questo il governo è intervenuto proponendo un limite a questi prezzi per le tratte che collegano le isole
  • Secondo Andrea Giuricin, docente universitario ed economista, si rischia che le compagnie potrebbero essere spinte ad alzare il prezzo medio per recuperare i costi sostenuti
  • Un modo per uscire da questa situazione ha fatto sapere Giuricin potrebbe essere “ridurre l’addizionale comunale per l’imbarco dei passeggeri”