La guerra Israele-Hamas ha delle conseguenze pesanti anche sui voli aerei e le compagnie, che devono praticamente ridisegnare le rotte per evitare di sorvolare l’area a rischio. In più, le tensioni internazionali e il timore di violenze contro gli occidentali hanno fatto crollare le prenotazioni verso alcuni paesi del Medio Oriente. Molte compagnie, quindi, hanno dovuto cancellare i voli verso determinate destinazioni. In Europa, in particolare, lo spazio aereo ha visto un restringimento del 20% già a causa della guerra in Ucraina e per raggiungere l’Asia, a causa del divieto di sorvolo dei cieli russi, si impiegano fino a tre ore in più per arrivare in certe mete.

Voli aerei, con la guerra Israele-Hamas rotte cancellate o modificate

Come riporta Il Corriere – che ha ricevuto le spiegazioni da parte di alcuni dirigenti di compagnie aeree – i vettori devono ogni giorno valutare i rischi operativi e dopo aver aver cancellato i voli per Israele, hanno aggiornato anche le rotte verso altre località come la Giordania, proprio per evitare di passare sopra Israele. Di fatto, le compagnie impiegano anche 1 ora in più per raggiungere alcune destinazioni, con la conseguenza che viene usato più carburante e quindi aumentano i costi operativi. Tra le compagnie citate figurano la Royal Jordanian, British Airways, ma anche Wizz Air da Roma, Austrian Airlines e Ryanair da Budapest.

I vettori devono allungare verso il Sinai, unico percorso ritenuto sicuro in alta quota. Come scrive ancora il Corriere, però, una porzione della penisola del Sinai settentrionale sarebbe attenzionata per il rischio di attività terroristiche. Il bollettino dell’Agenzia europea per la sicurezza aerea, infatti, ha chiarito che:

«A causa della situazione di pericolo si ritiene che il rischio di operazioni e di sorvolo del governatorato del Sinai settentrionale al di sotto di 25 mila piedi (7.620 metri, ndr) sia ALTO»

Meno prenotazioni e più cancellazioni verso alcune destinazioni

Per le compagnie, inoltre, stanno arrivando diverse cancellazioni e si nota anche un calo di prenotazioni verso alcune mete come la Giordania, in particolare Aqaba.

EasyJet ha cancellato fino a marzo 2024 il collegamento per Aqaba, così come Transavia. Ita Airways, invece, che stava lavorando per i nuovi collegamenti con Beirut e Amman ha cambiato idea e al momento ha deciso di posticipare.

Ancora più pesanti le conseguenze del conflitto libanese. Molti collegamenti della compagnia Middle East Airlines (Mea) saranno cancellati, come ha fatto sapere l’amministratore delegato della Mea, Muhammad al Hout:

“Voglio rassicurare che nessuna informazione indica che presto sarà bombardato l’aeroporto (di Beirut). La nostra priorità è di mantenere i collegamenti tra il Libano e l’estero”

La situazione, insomma, per le compagnie aeree è piuttosto delicata. Anche perché oltre alle cancellazioni verso Israele, stanno giungendo anche molto meno prenotazioni verso altre mete vicine, proprio a causa dei timori della guerra. Il fatto che per raggiungere il Medio Oriente si impieghi fino a 1 ora in più significa consumare più carburante e quindi andare incontro a nuovi costi che potrebbero ricadere sui consumatori. Anche se è presto per fare ogni riflessione in merito, non è da escludere un nuovo rincaro per i voli aerei, dopo quelli già visibili nell’ultimo anno. Per adesso, però, siamo sempre nel campo delle ipotesi.

Riassumendo

  • La guerra in Israele ridisegna le tratte e i collegamenti aerei
  • I vettori impiegano fino a 1 ora in più per raggiungere alcune destinazioni
  • Senza contare il calo delle prenotazioni e le cancellazioni.