Nel 2023 aumenteranno ancora i prezzi dei biglietti dei voli aerei. Per chi sperava in un ribasso, dopo i rincari degli ultimi mesi, la notizia non è positiva. Uno dei settori che ha più risentito della pandemia è stato quello aereo, con perdite pari a 186,7 miliardi di dollari tra il 2020 e il 2022, 11,3 dollari a viaggiatore. Le perdite nette di quest’anno, secondo i calcoli della Iata (International Air Transport Association), corrispondono a 6,9 miliardi di dollari.

Il periodo di crisi sembra però essere concluso.

A partire dal prossimo anno, infatti, le compagnie aeree torneranno in profitto, anche se minimo. Le previsioni sono sempre dalla principale associazione internazionale del trasporto aereo, secondo cui il guadagno netto sarà di 4,7 miliardi di dollari, a fronte di quasi 800 miliardi di ricavi. Il guadagno per passeggero? Appena 1 dollaro.

Willie Walsh, numero uno dell’associazione, nel commentare le previsioni del prossimo anno per il settore aereo, afferma che nonostante il guadagno per passeggero sia inferiore al costo di un caffè, “anche il minimo profitto è una buona notizia“.

Le compagnie aeree tornano a guadagnare nel 2023

Detto questo, il 2023 farà segnare un balzo dei ricavi impressionante, se confrontato con il dato degli ultimi anni. In totale i ricavi previsti ammontano a 779 miliardi di dollari, contro i 727 miliardi dell’ultimo anno. Previsioni che, va detto, escludono eventuali nuove ricadute sul fronte pandemico e un potenziale allargamento della guerra in Ucraina (così come la conseguenza della recessione).

Il 2023 vede ancora una volta il Nord-America trascinare gran parte del settore con oltre 11 miliardi di profitti. Segno positivo anche per l’Europa e il Medio Oriente, rispettivamente con 600 milioni di 300 milioni di dollari di profitto. Proseguirà invece la crisi per la macro-area dell’Asia-Pacifico (-6,6 miliardi), oltre che dell’Africa (-800 milioni) e Africa (-200 milioni).

Voli aerei, biglietti sempre più cari nel 2023

Colpisce la regressione di Asia e Pacifico, ma fino ad un certo punto.

Come conferma Walsh, il dato è da attribuire in maniera quasi esclusiva alle restrizioni presenti in Cina. Quelle stesse restrizioni che hanno portato in piazza migliaia di persone, fatto inusuale per il gigante asiatico, nonché alla cancellazione del Gran Premio di Formula 1 anche quest’anno.

Il presidente della Iata si dice comunque soddisfatto della ripresa in atto nelle altre aree, sottolineando come i numeri registrati dai voli interni siano già ai livelli pre-pandemia. L’inflazione, sì, preoccupa, ma non a tal punto da essere pessimisti per il futuro, continua Walsh.

Infine, non va dimenticato l’impatto del caro energia sui profitti ridotti delle compagnie aeree. Marie Owens Thomsen, capo economista dell’associazione Iata, prevede che la spesa del settore aereo per la bolletta energetica sarà pari a 229 miliardi di dollari. Un dato pari al 30% delle spese operative di ciascun vettore. Ed è proprio per questo motivo che le compagnie saranno costrette ad aumentare ancora i prezzi dei biglietti rispetto all’ultimo anno, almeno fino a quando il costo del carburante e dell’energia continuerà a salire. Insomma, anche nei prossimi mesi difficilmente vedremo voli a pezzi bassi come eravamo abituati un tempo.