Dopo il covid-19 è arrivata anche l’influenza australiana. Si parte con qualche doloretto, uno starnuto e poi ecco che arrivano i sintomi più pesanti. Non di rado si pensa di avere il covid-19 e invece è il nuovo virus influenzale, che sta colpendo davvero tante persone, molto in anticipo e mai così tanto in due anni. Gli esperti, guardando a ciò che era accaduto in Australia, dove la stagione influenzale era stata parecchio pesante, lo avevano detto. Negli ultimi due anni, grazie alle mascherine e il distanziamento, l’influenza era stata praticamente assente.

Ora che le misure di contenimento non esistono praticamente più, il virus è tornato a colpire e in maniera anche aggressiva. I virologi avevano già previsto che rispetto al periodo solito, l’influenza australiana è arrivata in anticipo e già alla prima settimana di dicembre risultano più di 700mila persone ammalate.

Virus influenza australiana in Italia, i sintomi e quando è previsto il picco

Per quanto riguarda i sintomi non c’è nulla di nuovo. L’influenza australiana si presenta con febbre alta, tosse secca, dolori muscolari e cefalea. I medici consigliano di intervenire sui sintomi con gli antipiretici per abbassare la febbre e anti infiammatori per i dolori. Gli antibiotici vanno presi solo dietro prescrizione medica, qualora si sviluppi un’ infezione batterica. I più colpiti dal virus australiano, come dimostrano i dati, sono i bambini. Alcune regioni, in particolare, stanno registrando casi record e anche i pronto soccorso sono travolti.

In più, a complicare le cose, c’è anche il covid-19, che continua a circolare con la nuova variante Cerberus. I sintomi sono simili a quelli dell’influenza, per cui le persone che si ammalano sono portate a fare prima un tampone per escludere il covid-19. Il problema è che i due virus potrebbero anche coesistere, causando problemi al sistema sanitario. In questo momento la curva si sta alzando in modo esponenziale.

I dati dell’Istituto superiore di sanità dimostrano che non solo l’influenza è arrivata prima ma anche il picco, di solito previsto tra gennaio e febbraio, potrebbe giungere in anticipo.

Come ci si contagia

Solo nella settimana dal 21 al 28 novembre, si è passati da 9,5 casi per mille abitanti a 12,9. L’impennata maggiore riguarda i bambini sotto i 5 anni con 0,8 casi per mille rispetto a 29,6 della settimana precedente. Lo ha detto Giovanni Rezza, direttore del dipartimento di prevenzione del ministero della Salute al Corriere della Sera:

«I più piccoli, specialmente da 0 a 2 anni, in pratica non hanno incontrato mai questi virus perché hanno trascorso gli ultimi due inverni a casa o con le scuole chiuse. L’influenza in quelle stagioni ha fatto fatica a diffondersi. Sono quindi molto esposti al contagio».

Rezza ha spiegato che i sintomi durano circa 5 giorni, con febbre alta, dolore alle ossa, mal di gola, raffreddore, inappetenza. Per questo, nei soggetti fragili e anziani, quest’anno più che mai è consigliato il vaccino anti-influenzale. Il contagio avviene come sempre tramite goccioline infette.  In alcune Regioni, rispetto ad altre, l’incidenza è davvero molto alta: in Emilia Romagna si parla già del 20,24 casi per mille, in Umbria 19,61,in Lombardia 17,80, in Veneto 16,43, nella Provincia Autonoma di Bolzano 16,09 e nelle Marche 15,58.

Secondo Matteo Bassetti, direttore Malattie infettive ospedale Policlinico San Martino di Genova, l’influenza è partita a razzo, peggio del 2019 e in anticipo. Insomma, ci aspetta una stagione molto intensa e il picco potrebbe arrivare tra fine dicembre e i primi di gennaio.