Nella rivista New England Journal of Medicine vi è uno studio che ha prima raccolto e poi analizzato alcuni dati riguardanti la somministrazione della terza dose di vaccino anti Covid in Israele. Inoltre la sua efficacia nel prevenire le infezioni gravi e la morte. La ricerca è stata condotta dal 30 luglio al 31 agosto 2021 su più di un milione di persone over 60. Queste avevano completato il ciclo di vaccinazione cinque mesi prima (le due dosi). Il gruppo è stato poi diviso in due: quelli con somministrazione di terza dose e quelli con due.

Lo studio ha analizzato i dati dei due sottogruppi per cercare di capire se la terza dose migliorasse in maniera sostanziale l’immunizzazione.

I dati di Israele sull’efficacia della terza dose di vaccino 

Il nodo da sciogliere riguarda l’efficacia di una terza dose del vaccino (nel caso di questo studio, si tratta del Pfizer) in relazione alla variante Delta, oramai dominante. Stando a quanto si legge nello studio, si può affermare che una nuova somministrazione del vaccino “porterebbe l’efficacia del vaccino tra i soggetti che hanno ricevuto il richiamo a circa il 95%” Prosegue dicendo che “un valore simile all’efficacia del vaccino originale riportata contro la variante Alfa”.
Lo studio prevede un’analisi primaria che analizza il tasso di Covid confermato e il tasso di malattia grave tra coloro che avevano ricevuto la somministrazione della terza dose. Ciò da almeno 12 giorni e per coloro che avevano completato soltanto il primo ciclo vaccinale (le due dosi Pfizer). Nell’analisi secondaria, invece, c’è il confronto del tasso di infezione dopo 4-6 giorni dalla terza dose con quello relativo a 12 giorni dopo la somministrazione.

Analisi sul Covid in Israele

Riguardo l’analisi primaria, si è potuto appurare che, a partire dal 12esimo giorno dalla somministrazione della terza dose, il tasso di infezione nel gruppo con il richiamo rispetto a quello senza richiamo è stato inferiore.

Questo di un fattore di 11.3, mentre per quanto riguarda il tasso di malattia grave il fattore differenziale è stato ancora più alto, 19.5. L’analisi secondaria, invece, riguarda il tempo in cui si raggiunge la piena immunizzazione. Si è notato che, dopo 12 giorni, il tasso di infezione era inferiore di 5.4 rispetto al tasso dopo 4-6 giorni dalla somministrazione.

La conclusione dello studio è che i casi di contagio e di malattia grave calano in maniera sostanziale con la somministrazione della terza dose Pfizer. Nella ricerca si spiegano anche i coefficienti che fanno sì che un’infezione possa essere considerata grave. Una frequenza respiratoria di più di 30 respiri al minuto; una saturazione dell’ossigeno inferiore al 94%; il rapporto tra pressione di ossigeno arterioso e ossigeno inspirato inferiore a 300.
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