Da quando esiste il reddito di cittadinanza, sono troppe le volte che si sente parlare di truffe di ogni tipo. La maggior parte dei casi riguarda persone che lo percepiscono senza averne diritto. Le forze dell’ordine spesso scoprono le truffe legate al reddito di cittadinanza ma non sempre accade. Insomma, c’è chi, nonostante tutto, riesce a farla franca. Gli ultimi due casi, che ci riportano le cronache, e che sicuramente sono l’esempio lampante di come il sistema sia migliorabile, arrivano dal Veneto e dalla Campania.


Il primo caso, è quello di una donna di 60 anni della provincia di Udine che da agosto 2022 avrebbe percepito indebitamente il reddito di cittadinanza. Tutto ciò mentre si trovava reclusa presso la casa circondariale di Venezia.

Truffa dei furbetti del Reddito di Cittadinanza, due casi a confronto: percepivano il sostegno ma erano in carcere

Insomma, percepiva il sostegno mentre era in carcere. A scovare la truffa in oggetto sono stati i carabinieri di Castelfranco Veneto, in collaborazione con gli uffici dell’Inps di Treviso. La donna era in carcere a Venezia a seguito di un ordine di carcerazione emesso dalla Procura Generale della Repubblica presso la Corte d’Appello della città veneta, per scontare una pena residua di quasi 8 mesi di reclusione per furto aggravato commesso nel 2017.
In questi mesi, quindi da agosto in poi, ha ricevuto illecitamente fino a 3.500 euro legati al reddito di cittadinanza. Una volta che i carabinieri hanno scoperto la truffa hanno subito revocato il sostegno e ora la donna è indagata per ipotesi di reato di truffa aggravata per il conseguimento di erogazioni pubbliche e uso di dichiarazioni false per avere il Rdc.

Gli indagati sono stati invitati a restituire 350mila euro

Il caso della donna che percepiva il sostegno mentre era in carcere non è l’unico. Di recente, anche i militari del comando provinciale della Guardia di Finanza di Napoli, hanno scovato dei detenuti in carcere che percepivano indebitamente il reddito di cittadinanza.

E stavolta si parla di cifre anche più alte. Gli indagati, infatti, sono stati invitati a restituire 350mila euro. La richiesta del gip del tribunale di Torre Annunziata ha emesso, infatti, un sequestro preventivo del valore di 367.465 euro nei confronti di 43 persone che ora sono indagate per truffa aggravata.

Gli indagati sono tutti residenti in vari comuni della provincia di Napoli e altre città limitrofe. Per ottenere il reddito di cittadinanza, figuravano all’interno di nuclei familiari percettori, anche se in realtà erano in carcere. Le forze dell’ordine hanno sequestrato denaro contante e auto di proprietà degli indagati per un valore di 96.500 euro. La cifra percepita illegalmente è però più alta. Per questo, dalla Procura di Torre Annunziata, hanno avvertito che le indagini continuano anche su ulteriori disponibilità finanziarie degli indagati.