Il tetto al prezzo del gas, la misura proposta da Mario Draghi con insistenza già da qualche mese, è probabile che non farà parte del pacchetto “taglia consumi” che la Commissione Europea sta elaborando su mandato dei governi dei 27 paesi membri. Questo è quanto emerge dalle ultime indiscrezioni raccolte da diversi media.

Intanto, in Italia, si respira un’aria strana dopo questa notizia. I cittadini e le imprese ci tenevano molto a questa misura. La loro speranza, infatti, era quella di poter tornare a pagare delle giuste bollette di luce e gas.

Al malumore, si aggiunge, poi, il pensiero dell’inverno, quando, per necessità, ci si dovrà per forza riscaldare.

Cosa potrebbe prevedere il nuovo piano consumi

Se il tetto al prezzo del gas non farà parte del nuovo pacchetto misure Ue, cosa potrebbe contenere quest’ultimo? Ebbene, secondo indiscrezioni, sempre un tetto ai ricavi ma per fonti diverse dal gas. Parliamo del nucleare, dell’eolico e del fotovoltaico e forse del petrolio.

La misura, però, non porterebbe all’abbassamento delle bollette per i consumatori finali ma agli stati di incassare extra-profitti da utilizzare per aiutare le famiglie e le aziende che sono in crisi.

Ma perché, si chiedono in molti, è possibile mettere un tetto alle rinnovabili e non al gas?

Gli stati ostili al price Cap

Sono diverse le ragioni per le quali, probabilmente, non ci sarà un tetto al prezzo del gas. Gli esperti della Commissione sostengono, infatti, che la misura avrebbe più costi che benefici se attuata su scala Ue. La Spagna ne è un esempio lampante. Negli ultimi mesi, infatti, lo Stato ha fissato un tetto del prezzo del gas alla fonte ovvero alla centrale elettrica che vende. Ha pagato, poi, una differenza a quest’ultima per aver venduto sul mercato interno l’elettricità ad un prezzo più basso rispetto al costo di acquisto del gas all’estero.

Lo Stato, poi, ha offerto alla centrale una sorta di risarcimento. Madrid ha però sottolineato che in questo modo è riuscita ad abbassare le bollette in media del 10-15%, a fronte di una spesa che per lo Stato sarà di circa 6,3 miliardi alla fine dell’anno di attuazione della misura.

Gli esperti Ue, però, nonostante la spiegazione, non sono convinti di questa misura. I costi per le casse pubbliche, infatti, potrebbero arrivare complessivamente anche a oltre 200 miliardi di euro. In più le grandi aziende del gas continuerebbero a fare grossi profitti continuando a vendere ai prezzi del mercato di Amsterdam.

L’idea è quindi quello di intervenire con un tetto ma non sul gas, bensì sugli extra profitti delle aziende. Con tale termine, secondo la definizione della Treccani, si definiscono “le eccedenze sul profitto normale del profitto effettivamente conseguito dalle imprese non marginali”. Nulla è ancora deciso ma è probabile che si andrà verso questa strada.

Intanto l’inverno si avvicina e l’Unione Europea per fronteggiare il caro bollette dovrà fare qualcosa di immediato, chi “dorme non piglia pesci”.
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