Nelle ultime settimane ci siamo abituati a sentir parlare sempre più spesso di pagamenti con carta e tetto al contante. Cosa cambia dal 1 gennaio per chi paga spesso in contanti? Dopo varie polemiche e dietrofront, il governo ha confermato l’innalzamento a 5mila euro del tetto al contante o pagamenti in cash, è stato anche istituito un tavolo permanente tra banche e associazioni per abbassare le commissioni sotto i 30 euro e ovviamente è stata cancellata la norma sul Pos obbligatorio. Ora la palla passa al Senato, che dovrà approvare la norma entro il 31 dicembre.

Dopo varie discussioni, infatti, il governo ha deciso di tornare sui suoi passi e ora i commercianti non potranno rifiutare nessun pagamento, neanche da 1 di euro per fare un esempio, senza rischiare una multa. Quello che sembra certo, però, è che il governo è intenzionato a trovare delle forme di ristoro per compensare il costo delle commissioni. Il governo, insomma, non vuole scontentare nessuno.

Tetto al contante 2023 e obbligo Pos, cosa cambia dal nuovo anno

Dal 1 gennaio, quindi, nessun cambiamento per chi paga con il Pos mentre la vera novità è rappresentata dall’innalzamento al tetto al contante che passa a 5mila euro. Secondo le norme vigenti sarebbe dovuto scendere a mille euro, invece si è optato per un innalzamento. Non è certo la prima volta che si assiste ad una modifica: basti pensare che dal 2010 ad oggi, la soglia è stata cambiata 7 volte. La premier Meloni, durante una diretta, ha sottolineato che si è deciso di innalzare il tetto al contante perchè una soglia bassa sfavorisce l’economia. Dunque, a partire da domenica 1 gennaio, sarà possibile usare il contante per fare acquisti fino a 5mila euro. Le norme varranno sia per chi effettua il pagamento, sia per chi riceve denaro. Quindi entrambi potrebbero essere sanzionati.

Allo studio una strategia per mitigare i costi affrontati dai commercianti

Tornando al tema dell’obbligo del Pos, invece, nulla cambia rispetto al passato.

Chi compra, avrà tutto il diritto di pagare con la carta importi di qualsiasi cifra e il commerciante non si potrà rifiutare. Se lo fa rischia una multa di 30 euro, a cui si aggiunge il 4% del valore della transazione per cui risulta non accettato il pagamento. Ora il governo vuole studiare una strategia per mitigare i costi affrontati dai commercianti per le commissioni, almeno per le transazioni fino a 30 euro. Prossimamente è previsto un tavolo tra banche e associazioni degli esercenti che dovranno trovare un accordo. In mancanza del quale sarà previsto un “contributo straordinario” che dovrà essere pagato dai prestatori dei servizi.