La situazione è a dir poco complicata e si rischia di sfiorare il grottesco. Il testamento di Berlusconi fa discutere, poiché il documento potrebbe presentare delle aggiunte od omissioni. Insomma, risultano delle anomalie non da poco e per questo motivo la lettura risulta essere di non facile interpretazione. Ad ogni modo, i figli sono uniti e compatti, nonostante il Cavaliere si sia dimenticato di citare l’ultimo, Luigi.
Tutto falso o tutto vero?
Innanzitutto, la prima domanda che bisogna porsi è se si tratti di un falso o di un documento vero.
“Cara Marina, Piersilvio, Barbara e Eleonora. Sto andando al San Raffaele se non dovessi tornare vi prego di prendere atto di quanto segue: dalle vostre eredità di tutti i miei beni dovreste riservare queste donazioni a…”
Se ci fermiamo un attimo, notiamo immediatamente la prima incongruenza. Manca un figlio. Dov’è il quinto e ultimo figlio di Berlusconi? Insomma, all’appello manca Luigi. L’interpretazione è che, in preda alla sofferenza, Berlusconi abbia dimenticato Luigi. L’altra interpretazione è che si tratti di una omissione voluta da altri. Il notaio, alla consegna della busta recatagli dalla Fascina, ha infatti messo a verbale che si tratta di un documento non sigillato. Ciò in realtà però depone a favore proprio di Luigi, in quanto nella lettera Berlusconi chiede ai figli citati di dare soldi ad altre persone.
Testamento Berlusconi, le problematiche del documento
Come dicevamo, in questa lettera Berlusconi chiede ai figli di donare 100 milioni al fratello Paolo, altrettanti a Marta Fascina e 30 milioni a Marcello Dell’Utri. Il figlio luigi quindi potrebbe non partecipare a queste donazioni, non essendo citato nel testo, oppure decidere di dare una somma diversa. Insomma, potrebbe decidere di partecipare o meno ai 230 milioni che i fratelli dovrebbero elargire alle persone citate. Ci sono però altre incongruenze segnalate dagli esperti. Innanzitutto, chiama il figlio Piersilvio, mentre invece il suo nome è Pier Silvio. Un’altra dimenticanza dovuta al dolore? Può darsi. Risulta però anche strana la firma con nome puntato (S. Berlusconi), oltre al fatto che la grafia della donazione da evolvere alla Fascina è più piccola.
I legali fanno però notare anche un altro importante particolare, ossia la condizione sospensiva. “Se non dovessi tornare” scrive Berlusconi nel testamento. In realtà però il Cavaliere è tornato dopo 8 giorni, quindi in teoria le sue disposizioni potrebbero essere nulle. C’è chi fa inoltre notare anche l’incongruenza dei 100 milioni per il fratello Paolo, donazione già consegnata ai notai nel 2020. Per quale motivo ha specificato nuovamente questa sua volontà se già era agli atti? Ad ogni modo, questa busta è rimasto nel cassetto per oltre un anno. Perché Berlusconi non l’ha ufficializzata, visto che era tornato dal ricovero? Scrive il notaio:
“Alla presenza di testimoni mi consegna una busta non sigillata recante la scritta “ai miei figli” e la firma “S. Berlusconi” contenente un foglio di carta intestata composto da due facciate scritto con inchiostro nero, apparentemente da un’unica persona (…) che ritiene essere il testamento olografo del signor Silvio Berlusconi e che mi chiede di pubblicare”.
La lettera è ormai pubblica, nonostante le perplessità dello stesso notaio.
Riassumendo…
- il testamento di Berlusconi scatena una nuova polemica, è reale od omesso?;
- il notaio notifica che la busta non era sigillata, inoltre manca all’appello il quinto figlio;
- nel documento si chiede di donare 230 milioni da dividere tra Dell’Urto, Fascina e Paolo Berlusconi.