Ieri sera il ministro Giorgetti ha portato in Commissione Bilancio della Camera il terzo pacchetto di emendamenti del Governo alla manovra. Salirà l’indicizzazione delle pensioni e le minime arriveranno a 600 euro per coloro che hanno più di 75 anni. Inoltre, il Reddito di Cittadinanza verrà ridotto a 7 mesi.

Si tratta di misure, soprattutto quest’ultima, che sicuramente susciteranno malumori, in particolare da parte di chi percepisce il sussidio per rilanciare la propria vita.

L’ex premier Conte spiega che non abbandonerà queste persone, le difenderà dalle scelte del Governo che è “ben attento a tutelare i privilegiati e sordo alla voce di chi è in difficoltà. Non molliamo di un centimetro”.

Ma come salirà l’indicizzazione delle pensioni?

Sale l’indicizzazione delle pensioni

Il ministro dell’Economia ieri sera ha comunicato che ci sarà la revisione del meccanismo delle pensioni per il prossimo anno e per il 2024. Più nel dettaglio, ha spiegato che è stata elevata la percentuale delle pensioni da quattro a cinque volte minima. Di conseguenza sono state ridotte quelle a salire per quanto concerne i redditi.

Ha confermato, inoltre, che le pensioni minime arriveranno a 600 euro per chi ha più di 75 anni. Costoro, però, dovranno attendere molto probabilmente marzo o aprile 2023 per trovare più soldi sul cedolino, secondo quanto trapela da fonti vicine al Governo.

Gli ultra settantacinquenni, comunque, già nella manovra approvata nelle scorse settimana, sono stati equiparati ai pensionati più giovani con una maggiorazione straordinaria che aveva portato l’aumento delle pensioni da 535 euro circa a 570 euro (già a partire dal 1° gennaio 2023).

E per trovare risorse, si darà un’altra sforbiciata al Reddito di Cittadinanza per coloro che il Governo definisce “occupabili”.

A luglio circa 660 mila persone in difficoltà economiche non avranno sussidio

Per recuperare risorse (si parla di duecento milioni di euro) il Governo ha deciso di tagliare a 7 mesi il Reddito di Cittadinanza.

Questo vuole dire che da luglio prossimo, circa seicento sessantamila persone che sono in difficoltà economica, potrebbero ritrovarsi senza un sussidio.

Claudio Durigon, il sottosegretario al Lavoro, spiega però che questo taglio è fattibile perché interesserà coloro che possono e devono andare a lavorare.

Ma in Italia, però, trovare un lavoro dignitoso è tutt’altro che semplice.

Sara, ad esempio, in una lettera a Fanpage, ha spiegato di avere solo 31 anni e di sentirsi vecchia, senza forze e senza speranza. Il motivo? È che non essendo in età da apprendistato costa troppo e, nonostante l’azienda per la quale ha sostenuto il colloquio abbia bisogno di risorse, non può permettersi di sostenere le spese.

I giovani non desiderano il divano, ma soltanto un’occupazione dignitosa.

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