Ormai la terza dose di vaccino è realtà anche in Italia. Dal 20 settembre si partirà con il terzo richiamo ai soggetti fragili e immunodepressi, secondo uno specifico calendario con le categorie che hanno la precedenza. Da novembre dovrebbe toccare agli over 80 e gli ospiti delle Rsa e da gennaio agli operatori sanitari.

La terza dose di vaccino non serve a tutti secondo Galli

Intanto, continuano i dibattiti sulla necessità o meno della terza dose per tutto il resto della popolazione. Anche se non ci sono ancora date precise, in base agli studi di Israele, era emerso che dopo circa 6 mesi la protezione del vaccino tende a calare, quindi dopo i 6 mesi dalla seconda dose, restando in un range di tempo tra 9-12 mesi, tutti dovrebbero ricevere una dose booster.

Secondo Massimo Galli, direttore della Clinica Malattie Infettive dell’ospedale Sacco di Milano, a iNews24: “Ben venga la terza dose del vaccino anti-Covid, ma non abbiamo alcuna certezza che chi non ha risposto alle prime due dosi, risponda alla terza. Dovremmo prima capire quanti anticorpi contro il coronavirus ci sono nell’organismo. Per chi ha risposto bene al vaccino, non è indispensabile la terza dose, ma questo aspetto importante non sempre viene preso in considerazione”.

Galli ha sottolineato che i dati sono confortanti ma anche che molti asintomatici, anche vaccinati, non si sottopongono al tampone proprio perché pensano di non averne motivo. Il professore, ha parlato anche dell’influenza e del maggiore impatto che avrà durante questa stagione invernale. Infatti, mentre lo scorso anno c’era il lockdown, le persone avevano sempre la mascherina e tenevano la distanza, per quest’anno il virus influenzale potrebbe tornare ad essere più aggressivo.

Più vaccini per i paesi poveri invece della terza dose a tutti

Secondo uno studio pubblicato su Lancet da un gruppo di scienziati, tra cui due esperti della Food and Drug Administration, sembra che finora nessun dato fornisca prove certe sul fatto che la terza dose serva per tutta la popolazione.

I booster possono essere utili per le persone che hanno un sistema immunitario debole, ma per il resto della popolazione servono più dati. Inoltre, secondo gli studiosi, sarebbe auspicabile usare i vaccini per immunizzare le persone che vivono nei paesi poveri e non hanno facile accesso alla vaccinazione.

Vedi anche: Terza dose di vaccino necessaria? La risposta in questo studio