Da 6 si scende a 5 mesi, ecco dopo quanto viene somministrata la terza dose. Ma meglio Pfizer o Moderna? rispondiamo subito a questa domanda, l’efficacia e la sicurezza sono di livello per tutti e due i tipi di vaccino.

Terza dose, arriva il booster

L’importante è che si tratti di vaccini a m-RNA, ossia Moderna e Pfizer, questo è il sunto del discorso sulla questione terza dose. Anche chi ha fatto Johnson & Johnson e AstraZeneca dovrà avere a che fare con i vaccini succitati, la cui sicurezza è ormai comprovata.

A tal proposito interviene la virologa Antonella Viola che sulla sua pagina Twitter scrive:

Non ci sono problemi a cambiare vaccino perché tutti hanno come target la ‘spike’ e già molte persone sono state vaccinate con combinazione eterologa di vaccini diversi. Pfizer o Moderna vanno entrambi bene indipendentemente da cosa avete ricevuto durante il primo ciclo vaccinale”. Si tratta dunque di una comprovata risposta scientifica.

Terza dose, i dosaggi

Altra importante informazione che i cittadini devono conoscere è quella relativa ai dosaggi del booster, il richiamo infatti avrà un dosaggio diverso tra Pfizer e Moderna, quest’ultima infatti si dimezza rispetto alla dose del ciclo vaccinale primario. 30 microgrammi in 0,3 millilitri per Comirnaty di Pfizer/BioNTech e 50 microgrammi in 0,25 millilitri per Spikevax di Moderna.

Grande attenzione anche alle tempistiche, 5 i mesi di tempo minimo che devono trascorrere tra la seconda e la terza dose, mentre prima si era detto di farne passare 6. La decisione è stata maturata in seguito al fatto che dopo 6 mesi è ormai certo che il vaccino scema, quindi si è deciso di anticipare di un mese per prevenire questo calo di protezione.

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