Lo sforzo della politica alla fine ha avuto la meglio. Confermata la modifica relativa alla tassa sulle banche. L’emendamento è stato finalmente depositato al Senato dopo una lunga trattativa. A confermarlo è Luca Ciriani, ministro dei Rapporti col Parlamento. Ma cosa cambia nella sostanza? In pratica, alle banche è fatto divieto di traslare gli oneri del prelievo sui costi dei servizi.

L’emendamento tanto atteso

Dopo una serie di stop, alla fine l’emendamento è arrivato. Nella nota si legge che “benché l’impatto della tassa sia stato ridotto rispetto alla prima versione, alle banche è fatto divieto di traslare gli oneri del prelievo sui costi dei servizi”.

La tutela di imprese e famiglie è il must che i politici si sono dati per lavorare a tale nuovo regolamento. Su tale clausola ci sarà inoltre il vaglio dell’Antitrust che vigilerà affinché la norma venga applicata e rispettata dagli istituti di credito. Per quanto riguarda il nuovo testo, esso consente alle banche di scegliere se versare subito l’imposta o destinare un importo pari a 2,5 volte la tassa al patrimonio. Gli interessi verranno applicati solo qualora la porzione di capitale dovesse essere elargita ai soci. Fino a quel momento la tassa verrebbe sospesa.

L’emendamento aveva bisogno quindi di risolvere alcune aporie per essere approvato, ma ora sembra finalmente tutto risolto ed è stato depositato al Senato ieri e bollinato. Ricordiamo che proprio nella giornata di ieri, domenica 24 settembre, si è aperta la camera ardente per il funerale laico di Napolitano. Le esequie poi verranno omaggiate con una nuova cerimonia senza rito religioso nella giornata di domani, 26 settembre. Tornando a parlare della tassa sulle banche, a mostrare grande soddisfazione è stata soprattutto Forza Italia, la quale si era fatta promotrice di tale emendamento. Il partito afferma di aver sospeso tutti gli altri emendamenti, proprio per dimostrare la soddisfazione per l’accordo trovato.

Tassa sulle banche, emendamento approvato

Nella nuova versione la tassa sarà pari al 40% dell’ammontare del margine di interesse maturato nel 2023 che ecceda del 10% quello del 2021. Come dicevamo, Forza Italia è stato il partito che maggiormente si è profuso al fine di attuare la modifica relativa alla tassa sulle banche. A tal proposito, il vicepremier e segretario di FI, Antonio Tajani, ha dichiarato:

“Forza Italia è soddisfatta per l’emendamento del governo che accoglie la sostanza delle nostre indicazioni ed è per questo motivo che ritireremo gli emendamenti. Abbiamo dato così segnali chiari e rassicuranti ai risparmiatori, agli investitori e al sistema finanziario. Inoltre, la possibilità di usare l’imposta per capitalizzare le banche, rafforza la loro solidità patrimoniale”.

La crisi che stiamo vivendo ormai da oltre un anno, si è ripercossa naturalmente anche sulle banche. Per tale motivo, nel testo è previsto che il gettito dell’imposta sia destinato al fondo di garanzia sui prestiti delle piccole imprese. Queste ultime infatti vedranno esaurirsi le garanzie pubbliche che erano state disposte in via straordinaria per la crisi scaturita dalla guerra in Ucraina. Insomma, gli incentivi del Governo stanno arrivando anche per gli istituti di credito, ma allo stesso tempo necessitano di paletti forti e decisi, al fine di evitare che tali agevolazioni possono finire per nuocere alle imprese e ai risparmiatori. A completamento di tali direttive, c’è poi la possibilità da parte delle banche di pescare dagli utili degli anni precedenti, in caso di di perdite di esercizio o di utili inferiori all’importo. In questo modo si eviterà di appesantire ulteriormente i bilanci.

I punti salienti…

  • depositato l’emendamento per modificare la tassa sui margini d’interesse delle banche;
  • Forza Italia è stato il partito che ha spinto maggiormente per tale modifica;
  • nella nuova versione la tassa sarà pari al 40% dell’ammontare del margine di interesse maturato nel 2023 che ecceda del 10% quello del 2021.