Il Governo sta cercando di fare il possibile per avviare al più presto la sperimentazione sui tamponi rapidi dai medici di base ed in farmacia e lunedì prossimo sarà una giornata importante perché ci sarà un incontro con le parti interessate per capire quando si potrà partire.

Quando saranno disponibili i tamponi rapidi in farmacia e dai medici di base

L’obiettivo del Governo è quello di utilizzare il sistema dei tamponi rapidi presso farmacie e medici di base per migliorare il tracciamento soprattutto nelle regioni in cui si fanno meno tamponi.

Ad annunciare questa misura è stato Roberto Speranza, Ministro della Salute, durante una riunione con le regioni.

Si partirà con una sperimentazione e si seguirà il modello dei test sierologici che già si fanno in farmacia in alcune regioni. Con queste ultime, poi, si è concordata anche una semplificazione di procedura di tracciamento.

Lunedì nella conferenza stampa Stato-Regioni verranno convocati i medici di famiglia ed i sindacati per trovare un accordo sui test rapidi che dovranno essere fatti dai medici di base la cui adesione sarà volontaria. Ci potrebbe però essere un’aggiunta contrattuale rispetto all’accordo collettivo di lavoro dei medici di base.

I tamponi rapidi: fino a quando?

I tamponi rapidi presso i medici di base ed in farmacia non si faranno per sempre ma solo nel periodo di influenza stagionale. Così sarà possibile distinguere tra semplice influenza e Coronavirus. Quello che si dovrà fare lunedì è quindi coinvolgere i medici di base, i pediatri, i medici di continuità assistenziale, quelli di emergenza sanitaria territoriale e quelli di medicina dei servizi.

La Filcams Cgil nazionale ha però segnalato che in farmacia fare i tamponi rapidi è pericoloso. Non solo per i clienti ma anche per il personale in quanto si deve fare il tampone a qualcuno che potrebbe essere contagioso. Ci vorrebbe quindi un abbigliamento consono, uno spazio ed una procedura che i farmacisti molto spesso non possono garantire.

Le farmacie inoltre sono luoghi molto frequentati per cui ci si esporrebbe al rischio di diventare un focolaio di diffusione del Coronavirus.

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