Prima Disney, poi Facebook e adesso anche Amazon. È davvero un brutto periodo per alcuni colossi mondiali. Anzi sarebbe meglio dire che il brutto periodo è per i dipendenti di queste grandi realtà. Nelle ultime ore, infatti, Amazon ha annunciato il licenziamento di 10 mila dipendenti. Si tratta della più grande riduzione di personale mai vista nella storia del colosso. Come aveva anticipato il Wall Street Journal, i tagli del personale si concentreranno nel settore devices, tra cui l’assistente vocale Alexa, ma anche nelle risorse umane e nella divisione retail.

Il taglio dipendenti di Amazon è considerato uno dei più grandi della storia perché vale l’1% della forza lavoro. Ma ci saranno delle conseguenze anche per gli utenti?

Taglio dipendenti Amazon, arriva il robot Sparrow tuttofare e 10mila persone vengono licenziate

C’è anche da dire che negli ultimi mesi, Amazon ha già dovuto ridurre altre iniziative. Ad esempio Amazon Care, il servizio di assistenza sanitaria che nel corso del tempo non era riuscita a raccogliere le iscrizioni. Stop anche per il robot Scout, che veniva usato per le consegne a domicilio in formato frigorifero e impiegava 400 persone. Da aprile a settembre, Amazon ha ridotto di quasi 80 mila unità il numero dei dipendenti, soprattutto per quello ad ore. A settembre, poi, aveva anche bloccato le assunzioni in altri team considerati minori e un paio di settimane fa ha bloccato le assunzioni in generale per i prossimi mesi.

Sembra proprio un caso, ma la notizia del taglio del personale è arrivata quasi nello stesso momento in cui Jeff Bezos ha annunciato l’intenzione di donare in beneficenza una parte del suo patrimonio personale per lotta ai cambiamenti climatici e in particolare a “coloro che sono impegnati a unire l’umanità di fronte alle profonde divisioni sociali e politiche”. Inoltre, è di pochi giorni fa la notizia che Amazon ha presentato Sparrow, il robot tuttofare in grado di gestire milioni di articoli in un magazzino.

Insomma, sembra davvero una strategia per dipendere meno dal lavoro umano e puntare ai robot per ridurre i costi.

A rischio le consegne degli ordini?

La notizia del taglio dei 10mila posti di lavoro ha creato scontento ma anche preoccupazione. Infatti, se dal lato dipendente c’è rammarico per aver perso il lavoro, anche gli utenti temeno che il taglio del personale possa avere conseguenze sulle consegne. In parole povere, si rischia il ritardo delle consegne o qualche disservizio? Ad oggi non c’è nessun allarme in merito. Anche perché la decisione di Amazon è legata alla riduzione dei costi dell’investimento su robot. Non a caso, la notizia recente dell’arrivo di Sparrow, che sarebbe in grado di gestire milioni di articoli nei magazzini, fa capire che il colosso continuerà a consegnare normalmente e non ci saranno ritardi né disagi per chi ha ordinato.

Ovviamente, i licenziamenti partiranno dai prossimi giorni quindi non è ancora chiaro se per gli utenti ci saranno problemi sugli ordini. Conoscendo Amazon, però, difficile pensare ad uno scenario simile.
Tornando ai licenziamenti che stanno scuotendo il settore, nelle ultime settimane c’è stato un vero e proprio scossone nella Silicon Valley. Prima la notizia che Twitter, ora di Elon Musk, ha licenziato 3.700 persone, poi Meta (Facebook) ha mandato a casa 11mila dipendenti dopo i risultati non confortanti del progetto metaverso. Anche Snapchat ha licenziato un dipendente su cinque. Una crisi senza precedenti.