L’intenzione del Governo Meloni è ormai chiara a tutti, il reddito di cittadinanza è stato profondamente modificato e presto potrebbe andare definitivamente in pensione. Il sussidio europeo però potrebbe dare non pochi grattacapi al centrodestra, ma di cosa si tratta? A quanto pare le indicazione dell’UE sono ormai chiare e l’Italia non potrà più abbandonare a sé stesse quelle fasce di popolazione che vivono in povertà.

Sussidio europeo, l’Italia non può astenersi

È brutto dirlo, ma a quanto pare l’intenzione del centrodestra è proprio quella di tagliare definitivamente con il reddito di cittadinanza, il quale sarà abolito, pare, da settembre 2023.

Cosa significa tutto questo? La motivazione del Governo è che tale sussidio introdotto circa 5 anni fa non ha agevolato il ritorno al lavoro dei disoccupati, ma si è dimostrato essere solo un intervento di tipo assistenzialista. Che qualcosa non abbia funzionato è chiaro a tutti. In effetti, il RDC doveva essere appunto un sostegno temporaneo, mentre coloro che lo percepivano venivano gradualmente reinseriti nel mondo del lavoro. Le cose non sono andate così e i precettori del reddito hanno continuato a prenderlo per anni.

La decisione però di abolirlo completamente non farà che lasciare le famiglie più in difficoltà nella povertà più assoluta, e parliamo di 5 milioni di italiani. A quanto pare, però, l’UE ha detto no ed ecco che arriva il sussidio europeo. Attenzione, però, poiché tale novità non riguarda un contributo pratico che l’Unione Europea devolverà agli italiani bisognoso, bensì un’indicazione chiama che il paese non potrà ignorare. In sintesi, l’UE ha ribadito che l’Italia non può abbandonare una parte della popolazione nella povertà più assoluta e per questo motivo bisognerà pensare a una nuova riforma del RDC.

Cosa succede ora?

Il Gruppo socialista dell’Eurocamera (di cui fa parte anche il PD) ha firmato un emendamento atto all’istituzione di un reddito minimo.

I nostri partiti non l’hanno presa tutti allo stesso modo. Com’è ragionevole che sia, il centrodestra (Fratelli d’Italia, Lega, Forza Italia) si è detto contrario ovviamente alla misura. Mentre il terzo polo (Azione, Italia Viva) ha deciso di astenersi. Al momento il governo sta comunque lavorando a sussidi simili, ma che sembrano differire non poco dalla sostanza proposta invece dal sussidio europeo. La Meloni ha infatti pensato a un sussidio di 350 euro per i disoccupati in età lavorativa, mentre andrebbero 500 euro per coloro che non sono più in grado di lavorare.

Come funzionerebbe invece il sussidio europeo? Innanzitutto, tale intervento non agirebbe sul presupposto relativo alla capacità del soggetto di lavorare o meno, ma si riferirebbe esclusivamente alla soglia di povertà evidenziata dall’indicatore AROPE, il quale corrisponde al 60% del reddito medio. Inoltre, tale importo varierebbe da paese a paese, in quanto ogni nazione ha la sua media relativa al reddito. Stando a questi numeri, quindi, il 60% degli italiani percepisce circa 10.500 euro all’anno. Tale calcolo porterebbe il sussidio europeo a un sostegno molto più dispendioso, rispetto a quello pensato dalla Meloni. Parliamo infatti di un sussidio che andrebbe dai 550 agli 875 euro, quindi anche più alto dell’attuale reddito di cittadinanza, che invece raggiunge i 780 euro per una sola persona. Insomma, le direttive in questione sembrano essere una bella batosta per la Meloni.