Il caro bollette si sta facendo sentire ora più che mai e siamo soltanto all’inizio. La crisi energetica con gli aumenti sproporzionati del gas sta incidendo sulle nostre famiglie e le stufe a pellet diventano di colpo quasi questione di vita o di morte. Comprensibile quando si ha a che fare con costi esorbitanti per i riscaldamenti della propria casa. Del resto, mentre le bollette arrivano alle stelle, lo stipendio è rimasto immutato.

Se state quindi pensando che è tempo di proporre un’alternativa nei vostri appartamenti ai classici termosifoni e condizionatori, allora sappiate che ci sono anche alcune regioni che stanno offrendo dei bonus per i riscaldamenti a biomassa.

Ma partiamo subito col dire una cosa ancora più importante: con le stufe a pellet e caldaie a biomassa si risparmia davvero tanto. Detto questo, vediamo quali sono le regioni che hanno inserito degli incentivi in tal senso.

Stufe a pellet e biomassa, risparmio assicurato

Veneto, Lombardia, Piemonte ed Emilia Romagna: sono queste le regioni che per il momento hanno offerto interessanti incentivi per invitare i cittadini a forme alternative e meno inquinanti di riscaldamento. Presto potrebbero aggiungersi ulteriori regioni italiane, ma per ora nulla è ancora ufficiale. Detto questo, facciamo un piccolo passo indietro e parliamo nuovamente di stufe a pellet. Ormai non hanno più bisogno di presentazioni, poiché sono in molte case già da anni e diverse famiglie si affidano a questi apparecchi per riscaldarsi. In tutto e per tutto simili a stufe a legna, utilizzano questo combustibile solido chiamato appunto pellet. In realtà, questo materiale altro non è che un combustibile ricavato proprio dal legno.

Nell’ultimo anno il costo di questo combustibile è raddoppiato ma, nonostante tutto, è ancora molto più conveniente rispetto ai tradizionali riscaldamenti a gas naturale. Secondo i dati stimati dall’Associazione Italiana Energie Agroforestali (Aiel), il risparmio è di circa il 30%.

Come dicevamo, un’ulteriore alternativa è il riscaldamento a biomassa. Nella fattispecie, al posto della stufa viene utilizzata una caldaia. Il combustibile più utilizzato, anche in questo caso, è il pellet, ma si può utilizzare anche il legno. La combustione di tali sostanze organiche permette di riscaldare l’acqua, così da sostituire completamente l’utilizzo del gas naturale nelle nostre case. In sintesi, con le stufe a pellet potremo riscaldare soltanto l’ambiente del nostro appartamento, con le caldaie a biomassa invece riscalderemo anche l’acqua e il calore sarà trasmesso attraverso i tradizionali termosifoni collegati alla caldaia.

Gli incentivi regionali

Archiviata la parentesi dedicata a queste forme alternative di riscaldamento, vediamo più nel dettaglio quali sono gli incentivi proposti da alcune regioni italiane. Tra queste c’è il Veneto che offre ai propri residenti degli importanti contributi per l’acquisto di stufe. Stesso discorso anche per il Piemonte che propone invece forti sconti per gli impianti a biomassa. In Lombardia il bando si è chiuso il 15 settembre. In questa regione erano ammesse domande in base all’altitudine dei comuni di residenza. Per coloro che vivono 300 metri sopra il livello del mare gli inventivi prevedevano anche generatori di calore a 4 stelle, mentre per i comuni con una altitudine inferiore il contributo era riconosciuto solo per stufe a 5 stelle.

In Emilia Romagna invece il bando è ancora aperto e durerà fino al nuovo anno. Oltre ai contributi offerti dal Gse (Gestore Servizi Energetici), ci sono ulteriori incentivi per coloro che vogliono sostituire il proprio camino o stufa a legno o pellet con impianti nuovi di riscaldamento a biomassa. In questo caso la potenza dovrà essere inferiore o uguale a 35kW e l’impianto dovrà essere almeno di Classe 5 Stelle.