Lo stop del gas russo da maggio spaventa, soprattutto per le conseguenze che potrebbe avere sui consumi, per cui potrebbe essere richiesta una riduzione in caso di problemi. Il ministro della Transizione ecologica, Roberto Cingolani, si è detto ottimista in merito alla possibilità che l’Italia riesca a sostituire il gas russo in tempi brevi, si parla del secondo semestre del 2023. C’è, però, anche il rischio che da maggio alcuni consumi potrebbero essere gestiti diversamente, vediamo come e quali sono le ultime notizie in merito.

Stop gas russo da maggio, gli ultimi scenari

Secondo Cingolani, l’Italia è avvantaggiata perché può contare su cinque gasdotti che rendono più facile fare accordi, senza contare il contributo degli investimenti sugli impianti di rigassificazione. Il percorso del nostro paese verso l’indipendenza dal gas russo non sarà però priva di problemi.

Durante una recente intervista al Corriere della Sera, il presidente dell’Autorità per l’Energia (Arera), Stefano Besseghini, ha fatto capire che da maggio si potrebbe verificare uno scenario in cui si potrebbe andare: “incontro a una chiusura delle forniture di gas russo. Gli stoccaggi dipendono da quello che riusciamo a recuperare dagli accordi che l’Italia ha già stretto e da quelli che si sta cercando di concludere”.

Rischio protocollo che prevede dei distacchi di carico e delle prevalenze fra le utenze

Il problema delle forniture energetiche è complesso e non si esclude, quindi, di entrare in una situazione di emergenza dove potrebbe scattare un “protocollo che prevede dei distacchi di carico e delle prevalenze fra le utenze”. Ma quali sono i possibili settori in cui potrebbe scattare la riduzione dei consumi?

Solitamente si parla della limitazione dell’illuminazione notturna e la riduzione del riscaldamento negli immobili mentre non dovrebbe toccare i servizi pubblici, sanitari e la produzione industriale. L’esperto ha fatto notare che, per adesso, le misure dipenderanno anche dalla valenza del fenomeno e dal tempo trascorso dal distacco dalla Russia e il periodo invernale.

In pratica, la riduzione dei consumi andrebbe a colpire quei servizi non indispensabili che saranno in qualche modo gestiti. In un vademecum realizzato dall’Agenzia internazionale dell’energia in coordinamento con la Commissione europea viene chiesto anche il contributo dei cittadini, ad esempio: “abbassare il termostato di un grado e alzare la temperatura impostata nel condizionatore”.