Torniamo a parlare di stipendi. Quest’anno gli italiani dovranno fare i conti con la nuova riforma del fisco promossa dal governo Meloni. Una riforma che, secondo le ultime indiscrezioni, potrebbe portare a una diminuzione ulteriore degli stipendi. Ulteriore perché in Italia, come confermano tutti i più recenti studi al riguardo, i salari dei dipendenti sono tra i più bassi d’Europa. E, allo stesso tempo, i cittadini nostrani sono quelli più tartassati dalle tasse nel Vecchio Continente. Ecco il motivo per cui c’è già chi guarda con profondo interesse quanto accadrà nelle prossime settimane, quando la nuova maggioranza di governo dovrebbe finalmente presentare la nuova riforma fiscale.

Come cambiano gli stipendi: le due ipotesi sul tavolo

Un primo scenario prevede la diminuzione delle aliquote da quattro a tre. Per i redditi imponibili fino a 15.000 euro l’aliquota resterebbe fissata al 23%. Per chi invece percepisce uno stipendio annuo tra 15.001 e 50 mila euro, l’aliquota passerebbe al 28%. Infine, oltre i 50.000 euro l’aliquota sarebbe pari al 43%. Una proposta che, come annunciato già nei giorni scorsi, costerebbe alle casse dello Stato qualcosa come 10 miliardi di euro. I più penalizzati sarebbero i dipendenti che percepiscono uno stipendio compreso tra 15.000 e 28.000 euro lordi, dal momento che per loro l’aliquota crescerebbe di tre punti percentuali.

Un discorso completamente diverso invece per chi oggi percepisce un reddito annuo lordo tra 28.000 euro e 50.000 euro, dal momento che l’aliquota crollerebbe dal 35% al 28%. Da qui le proteste delle forze politiche di opposizione, che sostengono come il Centrodestra voglia avvantaggiare i ceti più ricchi dimenticando invece i lavoratori che guadagnano uno stipendio annuo compreso tra 15.000 e 28.000 euro.

Il secondo scenario potrebbe accontentare tutti

C’è poi uno secondo scenario. Uno scenario che porterebbe il governo ad accontentare tutti. Fino a 28.000 euro l’aliquota sarebbe pari al 23%. La seconda aliquota al 33% scatterebbe dai 28.000 euro e si attesterebbe fino ai 50.000 euro.

Oltre i 50.000 euro, invece, l’aliquota resterebbe ferma al 43%. Come accennato poco fa, si tratta di uno scenario che accontenta tutti, anche chi nel primo scenario verrebbe penalizzato oltremodo.

Questo perché fino a 28.000 euro sarebbe prevista la stessa aliquota che oggi è in vigore per chi percepisce uno stipendio inferiore ai 15.000 euro lordi, due punti percentuali in meno anche dell’attuale aliquota per la fascia di reddito dai 15.000 euro ai 28.000 euro. Riduzione di due punti percentuali confermata anche nella fascia di reddito dai 28.000 euro ai 50.000 euro, dove si passerebbe dal 35% al 33%.

Ci preme ricordare che le somme dei redditi presentate qui sopra sono da intendersi al lordo.