Ci sono azioni che sembrano ardite, ma a volte i sogni si realizzano proprio quando si mostra un certo livello di coraggio. Lo spread sta mettendo tutti a dura prova, soprattutto coloro che gestiscono un’attività. Il caso dell’imprenditore napoletano che ha fatto causa al presidente della Banca Centrale d’Europa, non è passato certo inosservato, soprattuto data l’elevata somma di risarcimento richiesto.

Spread, un italiano chiede il risarcimento

Cos’è lo spread? Il termine inglese può essere tradotto in italiano come scarto, e indica la differenza che intercorre tra due titoli dello stesso tipo e durata, uno dei quali è considerato un titolo di riferimento.

Si tratta quindi di un elemento non di poco conto, quando si ha a che fare con l’alta finanza. A quanto pare, però, il presidente Christine Lagarde non gli sta dando la giusta importanza, se è vero che ha dichiarato: “Non siamo qui per ridurre lo spread”. Parole che hanno fatto letteralmente infuriare Aldo D’agostino, un imprenditore napoletano in difficoltà finanziarie proprio a causa delle perdite subite dall’innalzamento dello spread.

La frase incriminata è stata pronunciata durante un convegno tenutosi a Francoforte il 12 marzo 2020. Si tratta quindi di un fatto non proprio recentissimo, ma visti gli sviluppi economici del nostro paese e l’andamento finanziario dell’attività imprenditoriale di D’Agostino, quest’ultimo ha deciso di impugnare l’intervento della Lagarde e farle causa. In pratica, il ricorrente chiede ai giudici di Lussemburgo un risarcimento danni per i problemi finanziari della sua impresa quantificato in ben 2,8 milioni di euro. A suo dire, infatti, la frase del Presidente della BCE ha provato un crollo per i suoi titoli finanziari.

L’accusa dell’imprenditore

Nell’accusa si legge che il ricorrente vuole “accertare e dichiarare la responsabilità extracontrattuale della Banca Centrale Europea, rappresentata dalla presidente Christine Lagarde: per avere provocato per i titoli finanziari di proprietà di Aldo D’Agostino, denominati Si Ftse.Coperp, un tracollo nel valore di 841.809,34 euro, registrando una perdita ammontante al 99,47% del valore complessivo del capitale investito, che è pari a 846.198,90 euro”. In sostanza, l’imprenditore chiede di condannare l’accusata per avergli provocato un danno di 841.809,34 quale danno emergente e di 998.683,90 euro, per lucro cessante.

Aggiunge inoltre il danno psicologico e morale che tale perdita ah comportato a lui e alla sua famiglia, per un valore di un milione di euro. Insomma, il totale del risarcimento richiesto, come detto, è di circa 2,8 milioni di euro. Da parte della BCE nessuna risposta è arrivata in merito, ma senza dubbio quella più attesa sarà quella dei giudici di Lussemburgo, i quali sono chiamati a sentenziare a favore o contro tale accusa. Cosa decideranno? Ai posteri l’ardua sentenza.