I numeri relativi alla sperimentazione animale restano allarmanti anche se in forte calo. Dai dati raccolti relativi al 2017 si evidenzia che i cambiamenti forti ci sono stati, ma mai abbastanza, verso una pratica che definire crudele è un eufemismo.

Sperimentazione animale, è ancora allarme

611.707 cavie nel 2016, nel 2017 si scende invece al 580.073. Poco più di 30 mila cavie risparmiate nell’anno nuovo, ma sono davvero mostruosamente troppi gli animali finiti sotto i ferri per esperimenti scientifici. Ad alzare la voce è ancora una volta la Lega Antivivisezione, che segnala come tra le specie più in aumento ci siano proprio i nostri amici a quattro zampe, l’amico dell’uomo per antonomasia, il cane.

Non se la passano però molto meglio anche conigli, furetti, maiali, bovini, pesci e cefalopodi in modo particolare ai macachi.

L’associazione lancia un appello al ministro della Salute, Giulia Grillo, “affinché assuma l’impegno di invertire questo trend, attraverso un concreto sostegno a favore dei metodi di ricerca che non richiedono l’impiego di animali, favorendo la nostra competitività sul piano scientifico internazionale e archiviando un metodo di ricerca, quello su animali, che non è mai stato validato scientificamente”.

Ricordiamo che al momento le leggi in vigore in Italia, in linea sostanzialmente con l’Europa, prevedono l’utilizzo di esperimenti sugli animali solo se per ottenere il risultato ricercato, non sia possibile utilizzare altro metodo e dando totale priorità a modelli sostitutivi che non prevedono animali, e secondo la Lav c’è quindi la possibilità di abbassare enormemente i numeri succitati, visto che a quanto pare al momento non tutti rispettano tali direttive e si concedono sperimentazioni crudeli senza prima vagliare ipotesi alternative altrettanto valide. In tal caso, la Lav sottolinea quanto sia totalmente ingiustificato l’aumento dei cani nella triste classifica.

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