La Meloni resiste nei consensi e nella fiducia personale, mentre il governo viene bocciato soprattutto sull’economia. Questi i dati più rilevanti dei sondaggi politici elettorali di Proger Index, diffusi nella serata di ieri durante il programma di La7 ‘Piazza Pulita’.

Per quanto concerne, invece, le nude e crude intenzioni di voto, non si segnalano grandi spostamenti. La situazione politica italiana ha raggiunto una sorta di stabilità e l’esecutivo gode di ottima salute. Il paradosso sta proprio in questo: mentre la fiducia nel governo e in calo e l’esecutivo viene bocciato sulle sue misure più importanti, la tenuta di Fratelli d’Italia e di Giorgia Meloni in persona resta stabile.

Le opposizioni guadagnano soltanto qualche decimale, segno che non riescono a fare breccia nel cuore e nel cervello degli italiani.

La fiducia nel governo e in Giorgia Meloni: i dati dei sondaggi politici elettorali Proger Index

Il primo dato da analizzare dei sondaggi politici elettorali Proger Index è quello relativo alla fiducia nel governo e nella premier. L’esecutivo è al 34,0%, stabile rispetto al mese di aprile, ma in netto calo rispetto al 41,0% di ottobre. Giorgia Meloni resta invece stabile al 45,0%, lo stesso identico dato del giorno successivo alla vittoria delle elezioni. Il giudizio più interessante riguarda la domanda effettuata dall’istituto demografico agli italiani circa l’operato del governo in economia. Il 55,0% degli intervistati si dice poco o per nulla soddisfatto, in crescita di 5 punti percentuali rispetto al mese di marzo, mentre il 35,0% dichiara di essere molto o abbastanza soddisfatto, in calo di un punto percentuale. Per quanto riguarda, in vece, gli altri leader, al secondo posto troviamo Elly Schlein con il 33,0%, in calo di un punto, poi Giuseppe Conte e Matteo Salvini con il 26,0%, Calenda con il 22,0% e Silvio Berlusconi con il 18,0%.

Le intenzioni di voto a oggi 5 maggio

Gli scostamenti nelle intenzioni di voto degli italiani, come abbiamo già accennato, sono minimi.

Fratelli d’Italia è ovviamente il primo partito con il 29,1% e una leggera crescita dello 0,1%. Segue il Partito Democratico che guadagna due decimali e sale al 20,8%: la distanza è di circa 8 punti percentuali. Cresce di un decimale anche il Movimento 5 Stelle che si assesta al 15,6%, mentre perde un decimale la Lega di Salvini che si ferma al 9,0%, in crescita comunque di due decimali rispetto al risultato delle Elezioni Politiche del 2022.

Troviamo poi Forza Italia al 6,7% (+0,2%) e Azione di Calenda al 4,4% (-0,1%). L’ultimo partito che resiste sopra la soglia di sbarramento sono Verdi e Sinistra Italiana con il 3,1% (+0,1%). Chiudono Italia Viva con il 2,6%, a picco dopo il divorzio poco consensuale tra Matteo Renzi e Carlo Calenda, +Europa con il 2,5% (+0,1%) e Italexit con il 2,0% (-0,1%).

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