Gli adolescenti sono bombardati da fattori a dir poco rischiosi, e tra questi certamente ci sono anche gli smartphone. A quanto pare gli genitori statunitensi non vogliono starsene con le mani in mano, mentre assistono impotenti al declino mentale dei propri figli. Ed ecco che parte una vera e propria causa ai danni delle grandi aziende produttrici di device.

La super causa partita in USA

Fa discutere il saggio pubblicato dallo psicologo Jonathan Haidt, “The Anxious Generation”, il quale mette in luce una sconcertante verità; la mancanza di socialità riscontrata durante la pandemia è un fattore devastante per i più giovani.

Ma il saggio va ancora più in fondo al problema e sostiene che tale questione non è iniziata nel 2020 con i vari lockdown, ma si era messa in moto già molto prima con l’avvento degli smartphone. Questi device in pratica interrompono quello che sono i naturali rapporti umani per offrire un surrogato che rischia di diventare deleterio per la nostra mente, soprattutto per quella dei più giovani. Quella degli adolescenti a rischio, del resto, è una realtà costante.

Se negli anni 60 negli USA si temeva per la loro salute e si mettevano al bando i fumetti (tanto che le grandi major del settore furono costrette a creare un comitato di autocensura per sopravvivere), stavolta ce la prendiamo con gli smartphone. Molti genitori di New York hanno infatti fatto causa a diverse aziende del settore poiché a loro dire avrebbero creato danni alla salute dei loro figli. Oggi siamo circondati invece da genitori che lasciano i propri pargoli in carrozzina con il telefonino in mano, poiché il turbinio della vita moderna non ci consente di passare il nostro tempo con loro. Questi device quindi aiutano a tenerli buoni, e poco importa se poi arriva il conto più avanti negli anni. Gli americani però non sembrano d’accordo con tale scenario e dicono no.

Smartphone in tribunale, per i genitori USA fanno male

Se gli americani fanno causa, perché preoccupati per la salute mentale dei loro adolescenti, in realtà da noi in Italia le cose non vanno molto meglio e sarebbe bene che qualcuno ci prestasse attenzione. I dati parlano di un vero e proprio crollo. Sono infatti aumentati i numeri di adolescenti che presentano episodi di autolesionismo e salgono anche i tentativi di suicidio, o quanto meno pensieri funesti con giovani che affermano di volarla finire con la propria esistenza. Insomma, il quadro è preoccupante e ce ne dà la misura Stefano Vicari, direttore U.o.c. Neuropsichiatria infantile – Irccs Ospedale pediatrico Bambino Gesù di Roma:

“Tra 2011 e 2021 siamo passati da 155 a 1.824 visite l’anno di Pronto soccorso ad adolescenti che necessitavano il supporto del neuropsichiatra. Un decennio di crescita esponenziale nelle richieste di aiuto, tanto che già prima del Covid eravamo arrivati a 1.059 accessi l’anno in urgenza. Dall’inizio della pandemia abbiamo registrato ben +40% di accessi al nostro Pronto soccorso di giovani e giovanissimi. Ma ciò che forse è più rilevante è che questa percentuale non accenna a diminuire, anzi aumenta, e che ben il 70% deriva da tentativi di suicidio o autolesionismo. Sono 387 quelli dell’ultimo anno. Un quadro impressionante anche per noi addetti ai lavori, che conferma come il Covid sia stato solo la spia o il detonatore di un disagio dei nostri ragazzi”.

Ma tornando agli smartphone finiti in tribunale, quali sono le aziende denunciate negli USA? Meta, Alphabet, Snap Inc e ByteDance (proprietaria di TikTok, di recente protagonista di un’altra polemica negli USA, stavolta tutta politica) sono gli imputati, in pratica tutti colossi facenti parte del mondo dei social network. E qui siamo probabilmente arrivati al vero male di questa era; non gli smartphone in sé, che rimangono soltanto un semplice strumento, ma l’utilizzo che di essi si fa.

E sostanzialmente il problema non è nemmeno dei social, in quanto essi rispecchiano quello che noi siamo. Il problema in realtà è proprio dei genitori, i quali non riescono più a stare al passo con i propri figli. E forse la colpa in fondo non è nemmeno tutta loro, ma di una società frenetica che ha ormai dettato ritmi di vita quasi insostenibili, dove trovare il tempo per le relazioni sociali, comprese quelle con i propri figli, è diventata un’impresa.

I punti chiave…

  • l’utilizzo dei device compromette la psiche degli adolescenti poiché li estranea dal mondo reale;
  • genitori USA portano le big tech in tribunale per aver rovinato i loro figli;
  • il problema è molto sentito anche in Italia, con la pandemia l’isolamento ha evidenziato disagi mentali per molti adolescenti.