Una nuova notizia sembra aver scatenato un vero e proprio putiferio e se confermata potrebbe davvero alzare un polverone enorme. Ebbene sì, smartphone e tv ci ascoltano. È questa la notizia che sta tambureggiando sui media da qualche ora e che getta nel panico tutti i complottisti, ma non solo. Vediamo di fare chiarezza e, se possibile, smorzare un po’ i toni eclatanti della news.

Da fake news a verità sacrosanta

La verità sta sempre nel mezzo, diceva il buon Aristotele.

Il principio del terzo escluso però può essere utilizzato in logica, ma è difficile fare ragionamenti logici e trovare un punto d’incontro centrale quando si presentano due posizioni contraddittorie completamente opposte. Da un lato abbiamo coloro che hanno sempre sostenuto che i device ci spiano per venderci i loro prodotti. Dall’altra coloro che etichettavano l’affermazione come una scemenza da complottisti, una fake news assolutamente insensata. Ora però possiamo finalmente avere un’informazione tangibile che può farci propendere verso i primi. E via sui social a condividere la news con la didascalia immancabile “lo avevo detto che ci spiano”.

È però arrivato il momento di fare i cronisti e raccontare i fatti. Dal mese di novembre l’azienda di marketing CMG Local Solutions sta proponendo sul suo sito il servizio “Active Listening” (ascolto attivo) dedicato a chi vuole farsi pubblicità su Internet. Tale azienda afferma che per catturare le conversazioni degli americani si serve appunto dei microfoni di smartphone e smart tv. Questo perché in tale modo riesce a capire quali sono i gusti commerciali dei potenziali clienti. C’è però una precisazione da fare, ossia quella relativa alla selezione degli argomenti da ascoltare. Siamo infatti di fronte a una chiara violazione della privacy, ma CMG afferma di operare in completa legalità, in quanto usa l’intelligenza artificiale per attivarsi sui nostri device.

Smartphone e tv all’ascolto, cosa significa?

Le dichiarazioni di CMG stanno facendo il giro del web e potrebbero scatenare un’ondata di indignazione davvero senza precedenti. L’AI utilizzata dall’azienda di marketing permetterebbe loro di capire quando due utenti stanno parlando di un prodotto commerciale. Solo in questo caso si attiverebbe. quindi l’ascolto. L’azienda inoltre aggiunge che tutti noi abbiamo dato il consenso alle app di accedere al microfono, ci viene infatti chiesto proprio espressamente al momento del download. Naturalmente, il nostro consenso è offerto solo nel caso che vogliamo che tale app usi il microfono, ma effettivamente noi non specifichiamo tale dettaglio e quindi potrebbe essere veritiera l’affermazione della CMG.

Se poi pensiamo che tale azienda è partner dei colossi, allora ecco che l’indignazione potrebbe raggiungere vette inenarrabili. Parliamo di big come Google, Amazon, Microsoft, Meta e altri ancora. Insomma, questa azienda di marketing potrebbe vendere le informazioni spiate sui nostri device e farci trovare le inserzioni che ci interessano. È un po’ quello che accade su Facebook, il quale puntualmente ci mostra sulle pagine del social i prodotti che solitamente più ci interessano. Al momento, non si sa se questa campagna di marketing è attiva anche fuori dagli USA, ma quel che è certo è che l’azienda ha rimosso questa confessione presente sul suo sito poche ore dopo averla pubblicata.

Gli smartphone ci spiano

Intervistata dai media statunitensi, l’azienda ha provato a smorzare i toni, ma sostanzialmente ha confermato quel che aveva dichiarato sul suo sito prima di rimuoverlo. “I dati pubblicitari basati sulla voce e altri dati vengono raccolti da queste piattaforme e dispositivi secondo i termini e le condizioni forniti da tali app e accettati dai loro utenti, e possono quindi essere venduti a società terze e convertiti in informazioni anonime per gli inserzionisti. Questi dati anonimizzati vengono poi rivenduti da numerose società pubblicitarie“.

Insomma, altro che truffe online, c’è il rischio di essere finiti in un vero e proprio circolo vizioso fatto di imprenditori 007 che si fanno beffa di ogni etica pur di venderci un prodotto.

Puntuali sono però arrivate le smentite da parte di Amazon, che ribadisce che non Alexa e i suoi prodotti Echo, non effettua azioni di “spionaggio”. Stessa cosa ha dichiarato anche Google, il quale ricorda che il microfono sui device quando si attiva è visibile anche sullo schermo. Si tratta però di un’opzione che è presente solo da Android 12, e che potenzialmente quindi prima l’attivazione del microfono poteva avvenire in qualsiasi momento senza che l’utente se ne accorgesse. Silenzio assoluto invece da parte di Meta e Microsoft.

I punti chiave…

  • azienda di marketing svela le sue strategie, spia le conversazioni degli utenti tramite device;
  • microfoni di smartphone e tv utilizzati per ascoltare le nostre conversazioni;
  • il caso rischia di scatenare un vero polverone.