Per il Ministro Giuseppe Valditara la questione è conclusa, niente smartphone a scuola. La circolare arrivata ieri dovrebbe aver messo la parola fine sulla vicenda, e probabilmente saranno in tantissimi ad essere d’accordo con lui.

Ci sono già mamme e papà che si chiedono se può esserci un intervento per limitare l’uso dei telefonini anche a casa (ma questo discorso dovrebbe essere valido anche per loro). Battute a parte, vediamo cosa dice la circolare.

Smartphone a scuola, il divieto è categorico

Niente più telefonini in classe.

Usarli è motivo di distrazione, oltre che mancanza di  rispetto nei confronti dei docenti. Insomma, tutto inappuntabile. La circolare rilasciata ieri dal ministro mette la parola fine su un dibattito che stranamente si era protratto oltre l’umana comprensione. Ci voleva davvero l’intervento della politica per far capire che tale strumento non portava alcun beneficio all’attività scolastica? Forse sì, visto che gli smartphone paventano anche doti formative. Con internet è infatti possibile informarsi su tante cose, ma a questo punto dovrebbe essere utilizzato esclusivamente dai professori, e non dagli alunni per i propri comodi.

Del resto, a scuola è utilizzato per determinate lezioni il computer, quindi nessuna necessità di accedere ad internet attraverso un altro strumento. Insomma, davvero non c’era alcun tipo di freccia da scagliare a favore degli smartphone. In realtà, il divieto era stato già presentato nel 2007 dall’allora ministro Giuseppe Fioroni, ma evidentemente era finito nel dimenticatoio, e la scuola ha avuto il bisogno di scomodare nuovamente la politica per intervenire sulla cosa. Forse, il motivo del dibattito è scaturito dalla piccola rettifica introdotta nel 2017 dalla ministra dem Valeria Fedeli, la quale approvò l’ingresso in classe di questi device in caso di utilità per la lezione.

Come si regolerà la scuola?

In pratica, la circolare parola chiaro, ma allo stesso tempo glissa sulle sanzioni.

Da parte del ministro infatti nessuna ammenda per coloro che trasgrediranno, almeno non sanzionata direttamente da un decreto. Il ministro infatti invita la scuola a scrivere regolamenti chiari in merito alle sue linee guida, invitando quindi i propri alunni a non portare lo smartphone in classe, e punendoli in base a proprie regole, se dovessero trasgredire. Rimane però sostanzialmente aperta la questione del suo utilizzo in caso di comprovata necessità, ossia per fini didattici. Insomma, se il professore dà il consenso per affrontare una determinata lezione, allora sarà possibile utilizzarlo.

“Il cellulare è un elemento di distrazione propria e altrui e una mancanza di rispetto verso i docenti. L’interesse comune che intendo perseguire è quello per una scuola seria, che rimetta al centro l’apprendimento e l’impegno”.

Questo è quanto si legge nel testo. Parole condivisibili. Speriamo che anche i giovani le condividano.