C’era una volta lo smart working, la modalità di lavoro agile che permetteva di lavorare da casa e risparmiare un bel pò di soldi. Adesso, però, con i rincari delle bollette di luce e gas il sogno sembra finito. O almeno per quelli che pensavano di lavorare da remoto tutto l’anno. Immaginiamo un dipendente che lavora da casa e nell’ordine deve: consumare luce, riscaldamenti, condizionatore, senza contare i pasti consumati a casa, ormai rincarati a seguito dell’inflazione.

Conviene ancora?Per tanti la risposta è negativa. Lo smart working rimane sicuramente un ottimo modo per aumentare la produttività e bilanciare vita privata e lavoro ma da quando sono iniziati i rincari, restare a casa per svolgere il proprio mestiere non è più così conveniente.

Fuga dallo smart working con i rincari delle bollette di luce e gas

Solo nel 2021 secondo i dati del ministero del Lavoro, almeno 2 milioni di persone hanno abbandonato il lavoro. Nel 2020 era iniziata la fuga dal lavoro tradizionale, in concomitanza con la pandemia e il lockdown. Molti lavoratori hanno scoperto così il lavoro agile e tutti i suoi vantaggi. Lavorare da casa significava risparmiare carburante o soldi per i mezzi pubblici. Ma anche poter organizzare al meglio il modo di lavorare, mangiare a casa e quindi evitare mense e ristoranti. Una volta finito il lockdown, sono stati milioni i dipendenti che non hanno voluto abbandonare questa modalità di lavoro e piuttosto si sono licenziati davanti al rifiuto dell’azienda. Una tendenza in crescita, considerando che molti hanno optato anche per la formula ufficio-casa.

Lavorare da casa costa troppo

I rincari delle bollette, però, ci hanno messo lo zampino e ora il lavoro agile non conviene più come prima. Gli stipendi sono schiacciati dai rincari e stare a casa tutto il giorno significa consumare una grande quantità di elettricità e gas.

In mancanza di aiuti dalle aziende – secondo l’Osservatorio smart working del Politecnico di Milano – in molti stanno rivedendo questa scelta. Lo smart working costa troppo e tutto ricade sul dipendente che in questo modo si vede affossare ancora di più lo stipendio. Fino a qualche mese fa, lavorare da casa significava risparmiare fino a 5.115 euro all’anno tra carburante, mezzi e pasti.

Ora non più. Perché i salassi di luce e gas ricadono tutti sui dipendenti e anche mangiare a casa conviene ancora ma, anche qui, i rincari fanno la loro parte. Se per i dipendenti fan del lavoro agile si intravede la voglia di tornare in ufficio per risparmiare, dal canto loro le aziende preferiscono tenere i lavoratori con la modalità di lavoro agile. Solo a Milano, il sindaco Sala ha optato per lo smart working di tutti i dipendenti comunali il venerdì per far risparmiare le casse comunali e molte aziende private hanno fatto la stessa scelta. Infatti, facendo lavorare i dipendenti da casa riescono a risparmiare fino al 30%. Con questo cambio di rotta, però, si rischia che ora saranno i dipendenti a voler tornare in ufficio perché spendono troppo. Il gioco non vale più la candela.