Torna in auge il tema della settimana corta, lavorare 4 giorni a settimana per essere più produttivi. Si tratta di una sperimentazione già messa in atto in molti paesi come Spagna, Nuova Zelanda, Giappone per capire se passare meno tempo in ufficio equivale ad essere più produttivi.

Come funziona la settimana corta di lavoro

Dopo lo smart working, anche la settimana corta di lavoro è vista come un modo per rilanciare il tema dell’equilibrio tra attività lavorativa e vita privata. In Belgio, la proposta di lavorare 4 giorni è fresca.

Il premier Alexander De Croo vorrebbe riformare il mercato del lavoro e proporre di lavorare 4 giorni invece che 5 senza toccare il salario. L’idea sarebbe quella di lavorare 9 ore al giorno invece che 8 e quindi avere un giorno libero in più. Si tratta di una proposta su base volontaria per ridurre lo stress dei dipendenti e dare una spinta alla riduzione del pendolarismo. Il caso francese non è l’unico.

I modelli europei per lavorare 4 giorni a settimana

In Spagna, l’azienda Desigual ha approvato la settimana di lavoro breve ma anche una riduzione dei salari del 6,5% per migliorare la vita e la produttività dei lavoratori e ridurre l’inquinamento. Durante le ore libere, i dipendenti possono seguire corsi di aggiornamento sulle nuove tecnologie. Casi simili anche in Giappone, dove Microsoft ha sperimentato la settimana a 32 ore con la produttività salita al 40%.

In Islanda, invece, 2.500 dipendenti pubblici sono passati a lavorare 36 ore contro 40 senza toccare lo stipendio. In Italia sono ancora poche le aziende che hanno pensato a questo modello, secondo l’Ocse è il paese dove si lavorano più ore e dove il tempo lavorato e non corrisponde a una crescita dei livelli di produttività e salari.

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