Non si placano le polemiche intorno allo scrittore Antonio Scurato, censurato dai poteri forti per motivi che ufficialmente sembrano essere relativi al suo faraonico compenso. L’intervento dell’autore di Il Padre Infedele e della tetralogia M, una serie dedicata alla figura di Mussolini, doveva pronunciare un monologo su Rai 3 lo scorso 19 aprile, ma la sua partecipazione è stata invece orfana di tale intervento. Come mai? Quali sono i motivi? il Governo Meloni non voleva sentire l’ennesimo discorso antifascista, magari contenente anche frecciatine e parallelismi con l’attuale situazione politica nostrana? Niente di tutto questo, almeno stando alla risposta ufficiale della Rai.

È solo questione di soldi

Il vincitore 2019 del Premio Strega, riconoscimento ottenuto proprio con il primo volume della saga M, l’opera letteraria che romanza la vita di Mussolini, sta catalizzando il dibattito pubblico per il suo mancato intervento durante la sua partecipazione a una trasmissione di Rai 3. Scurati censurato è la parola chiave che sta scatenando le ire del web e non solo, ma c’è anche chi sta col Governo, o almeno ci stava fino a quando non è venuta fuori la somma relativa al compenso che lo scrittore doveva ricevere per il suo monologo. Ebbene, tutto è saltato per 1800 euro. Questa la richiesta di Scurati per il testo e la lettura dello stesso. Sappiamo infatti quanto spesso di dibatte nel nostro Paese per i compensi che molti personaggi dello spettacolo si portano a casa per le loro performance, e di recente uno dei temi più caldi in tal senso sono stati i guadagni di Amadeus per Sanremo.

Francamente però questa somma ci sembra davvero irrisoria e, quando anche gli altri internauti ne sono venuti a conoscenza, anche molti di quelli che appoggiavano la decisione dei poteri forti, si sono trovati a vivere un attimo di imbarazzo. Davvero per 1800 euro Scurati è stato censurato? Davvero hanno rifiutato a un intellettuale di fare il suo discorso antifascista e celebrativo del 25 aprile per una somma che equivale a poco più di una mensilità di un impiegato? E tutto questo quando ci sono invece decine e decine di personaggi televisivi, conduttori e opinionisti vari che ricevono invece centinaia di migliaia di euro per offrire al pubblico il loro nulla?

Scurati censurato, il fatto

Riassumiamo il fatto brevemente.

Scurati doveva leggere il suo monologo il 19 aprile su Rai 3 nel programma Chesarà, ma la presentatrice Serena Bortone è venuta a sapere pochi giorni prima che tale partecipazione era stata annullata. La motivazione è stata data non solo dalla Rai, ma addirittura dalla Meloni in persona in un post su Facebook. In questo si legge che lo scrittore chiedeva 1800 euro, mentre la Rai era intenzionata a dargliene 1500. 300 euro di differenza tra domanda e offerta.

“In un’Italia piena di problemi, anche oggi la sinistra sta montando un caso. Stavolta è per una presunta censura a un monologo di Scurati per celebrare il 25 Aprile. La sinistra grida al regime, la Rai risponde di essersi semplicemente rifiutata di pagare 1800 euro (lo stipendio mensile di molti dipendenti) per un minuto di monologo”.

Questo è quanto ha scritto la premier sui social. Polemica finita? Neanche per sogno, visto che il peggio viene dopo. La stessa presentatrice infatti ha confutato la Meloni, dicendo che in realtà la trattativa con lo scrittore era già conclusa, quindi non è possibile che la Rai abbia rifiutato di ospitare lo scrittore per motivi economici. Nel frattempo, Scurati donava gratuitamente il testo alla tv di stato, testo che è stato letto dalla stessa Bortone. Insomma, la vicenda si è fatta sempre più complessa e ingarbugliata ed è difficile credere a questo punto che Scurati sia stato censurato per 300 euro e non perché nel testo c’erano passaggi poco graditi al nostro Governo.

I punti salienti…

  • secondo le parole della Meloni, Scurati ha chiesto 300 euro di troppo per il suo monologo;
  • lo scrittore ha poi donato gratuitamente il testo da lui scritto alla trasmissione Chesarà;
  • la presentatrice ha affermato che l’accordo economico con l’intellettuale era già stato concluso, quindi non può essere stato cancellato per motivi economici.