I rincari delle bollette non mettono a rischio solo le luminarie di Natale, che quest’anno rischiano di spegnersi un pò prima del solito, ma anche le scuole. Da quando il caro-vita ha bussato alla nostra porta ne abbiamo sentite di tutti i colori. Non solo tutto costa di più, anche la benzina e la spesa alimentare, ma le bollette sono quelle che fanno più temere scenari disastrosi. I Comuni avevano già avvertito che con la stangata bollette, si rischia di dover rinunciare a qualche servizio.

Ora è arrivato anche l’allarme relativo alle scuole. Infatti, per alcuni istituti, pagare le bollette potrebbe diventare complicato. Il rischio è che molti bambini dovranno andare a scuola e passare ore al freddo. Insomma, si cerca di trovare soluzioni per uscire da questa situazione. Intanto, il timore di dover chiudere le scuole o comunque ridurre gli orari c’è, sopratutto in alcune città.

Allarme scuole chiuse questo inverno per colpa dei rincari delle bollette

Come scrive La Repubblica, per le bollette si dovrà sborsare un miliardo e mezzo in più rispetto al 2021. Quindi anche gli istituti scolastici si troveranno in una situazione davvero seria. I Comuni gestiscono le scuole dell’infanzia, le scuole elementari e le scuole medie e sono proprio i sindaci delle città a temere di non riuscire a pagare le bollette. Diverso il discorso per le scuole superiori, di cui si occupano le Province e i Consorzi. C’è anche da dire che la maggior parte delle scuole usa i combustibili per scaldarsi, che sono proprio quelli che costano di più.

La notizia di un calo del prezzo del gas da novembre è sicuramente ottima ma forse potrebbe non bastare per i sindaci. Il Comune di Novara avrebbe calcolato che per tenere la luce accesa e scaldare gli ambienti nelle 40mila scuole della zona servono 4 miliardi e mezzo di euro, considerando i rincari rispetto al 2021.

Si parla, quindi, di almeno il 32% in più per il gas e del 54% in più per l’energia elettrica.

Perché si rischia orario ridotto

In tutta questa situazione, è anche vero che molti Comuni hanno già posticipato la data di accensione dei termosifoni anche per le scuole. La maggior parte delle città del Nord che potevano accendere i termosifoni a partire dal 22 ottobre, hanno fatto slittare la data i primi di novembre e questo può rappresentare un aiuto in più. In ogni caso – a Repubblica – il sindaco di Novara ha chiesto un intervento da parte del nuovo governo Meloni per sostenere gli enti locali.

Senza aiuti, il rischio di dover ridurre gli orari delle scuole o arrivare a chiuderle durante la settimana per alcuni giorni non è affatto da escludere. Se ciò dovesse davvero succedere si può immaginare i problemi per le famiglie, dove lavorano entrambi i genitori, che non potrebbero rimanere a per accudire i figli. Insomma, il caro-bollette sta creando effetti a catena davvero problematici.