Una nuova rivoluzione in arrivo. Cosa ne direste della scuola in estate? Addio ai tre mesi di vacanze estive, almeno secondo la proposta di Antonello Giannelli, presidente nazionale dell’associazione presidi, il quale sostiene che la struttura della nostra istituzione è diventata ormai obsoleta. La proposta è senza dubbio interessante, ma oltre ai lati positivi presenta anche dei contro che faranno storcere il naso a molti.
Niente più ferie di tre mesi
Si va verso un progresso che potrebbe portare pro e contro tali da spaccare l’opinione pubblica.
Ci sono molte idee che potrebbero in verità anche incontrare il favore degli stessi studenti, ma allo stesso tempo scontentarne altri. L’obiettivo è quello di abbandonare le lezioni verticali e ridurre il carico di lavoro pomeridiano, lasciando inoltre anche le scuole aperte durante il pomeriggio. In pratica, gli istituti non chiuderebbero alla fine delle lezioni, ma rimarrebbero aperte per favorire anche altre attività extra scolastiche, come praticare sport e fare musica. Entrambe inserite all’interno del programma scolastico. Si tratta di un programma sicuramente allettante, o quanto meno interessante, il quale consentirebbe ai giovani di avere anche un punto di riferimento e un luogo d’incontro oltre le normali ore mattutine.
Scuola in estate, la proposta
Il problema delle vacanze sembra ormai una questione scolastica. Proprio di recente è arrivata la decisione di anticipare gli esami di riparazione ad agosto e non più a settembre. Una scelta, quella del Ministero dell’Istruzione e del Merito, alquanto impopolare che molti giovani non hanno gradito. A dire il vero, gli stessi docenti sembrano aver storto il naso davanti al nuovo diktat, visto che anche per loro tale obbligo significa rinunciare ad almeno una settimana di ferie. Quella di lasciare però la scuola aperta durante tutto il periodo estivo e continuare quindi la frequentazione degli studenti è però una proposta ancora più drastica. Ma come attuare un piano del genere? Secondo lo stesso Giannelli, si tratta di una soluzione di semplice attuazione.
Il presidente nazionale dell’associazione presidi ritiene infatti che ci sia già personale sufficiente al fine di mettere in pratica la sua idea. Infatti, la denatalità degli ultimi anni ha portato a un esubero di docenti (circa 110 mila in più), i quali potrebbero essere appunto utilizzati per estendere il calendario scolastico e abbattere le vacanze estive. La scuola in estate rappresenta comunque un modello completamente nuovo che potrebbe davvero rivoluzionare il metodo di studio nostrano, con una visione più moderna e allo stesso tempo coinvolgente. Bisognerà solo capire se i nostri giovani recepiranno tale progresso come un miglioramento educativo personale, oppure rimarranno vincolati al modello tradizionale accettando di malavoglia il nuovo.
I punti chiave…
- il presidente nazionale dei presidi propone una scuola aperta in estate, quindi niente ferie di 3 mesi;
- l’idea è di avere vacanze più frequenti durante l’anno, ma soprattutto lasciare la scuola aperta anche di pomeriggio;
- al termine delle lezioni, gli studenti potrebbero frequentare attività extra-scolastiche come sport e musica.