Tempi duri per gli automobilisti ma anche per i benzinai. Da quando il governo Meloni ha deciso di togliere lo sconto taglia accise, i prezzi di benzina e diesel sono aumentati. Quindi le famiglie si ritrovano a dover spendere di nuovo un capitale per fare un pieno. A causa del fenomeno delle speculazioni, il governo è intervenuto con un decreto trasparenza, che prevede che i benzinai dovranno esporre cartelli con i prezzi medi nazionali e chi non si adegua rischia multe salate e la sospensione dell’attività.

È stato attivato anche un giro di vite per evitare fenomeni speculativi, soprattutto nei distributori lungo la rete autostradale. Ciò ha portato i benzinai e le sigle sindacali a programmare uno sciopero dei benzini per il 25 e 26 gennaio.

Sciopero benzinai 25 e 26 gennaio, ecco i disagi previsti anche gli impianti self service

All’inizio lo sciopero dei benzinai sembrava si potesse scongiurare ma poi è arrivata la conferma per 48 ore, dalle 19 del 24 gennaio alle 19 del 26 gennaio. Tutto ciò potrebbe causare dei disagi non indifferenti a chi deve fare il pieno in quei giorni.

Come hanno comunicato Faib, Fegica, Figisc-Anisa in conferenza stampa, lo sciopero riguarderà anche gli impianti self service ma saranno garantiti anche i servizi minimi. È stato poi sottolineato che potrebbero restare aperti gli impianti self gestiti direttamente dalle compagnie petrolifere.

Nel frattempo è arrivata anche la modifica dal ministro Adolfo Urso che si pensava potessero sistemare le cose. Si tratta dell’obbligo di comunicazione dei prezzi della benzina settimanale e non giornaliero e ad ogni variazione del prezzo. In più la chiusura per la mancata presentazione del cartello avverrà solo dopo quattro omissioni nell’arco di 60 giorni e le sanzioni saranno da 200 a 800 euro invece che fino a 6mila euro.

Nonostante tutto, ancora le posizioni sono distanti e per questo i benzinai hanno deciso di confermare la protesta per giovedì e venerdì prossimo.

Secondo Roberto Di Vincenzo della Fegica quella dei benzinai è l’unica categoria a dover mostrare i prezzi, mentre secondo il presidente nazionale di Figisc Confcommercio, Bruno Bearzi:

il messaggio che rimane è che siamo una categoria da tenere sotto controllo perché speculiamo”.

Conseguenze per i prezzi del carburante

Anche se c’è ancora una speranza di poter scongiurare lo sciopero dei benzinai, per le giornate del 23 e 24 gennaio si prevedono lunghe file ai distributori. Gli italiani, infatti, accorreranno in massa a fare benzina o diesel e il rischio di dover girare per più distributori è concreto. Oltre a questo c’è il rischio che tutto ciò causi come effetto a catena anche la protesta degli autotrasportatori, che senza carburante potrebbero fermarsi e quindi le conseguenze per il trasporto delle merci sarebbero abbastanza gravi. Per ora, però, rimane un ‘ipotesi.
Intanto, i prezzi della benzina e del diesel aumentano. Secondo i dati, nei prossimi mesi c’è il rischio che il governo debba rinnovare il bonus per far fronte ai forti rincari. In base alle medie nazionali per la benzina al self si va verso 1,83 euro/litro e 1,88 per il gasolio.