Brutti tempi per chi usa l’auto ed è costretto a subire sempre di più le conseguenze dell’aumento dei prezzi della benzina. Continuano le tensioni sul fronte benzina, soprattutto dopo il decreto trasparenza del governo che ha portato i benzinai sul piede di guerra, tanto che hanno confermato per adesso lo sciopero per il 25 e 26 gennaio. Nel frattempo, aumentano ancora i prezzi, frutto dell’addio allo sconto taglia accise dal 1 gennaio.

Per gli automobilisti, insomma, il periodo non è proprio dei migliori.

In base ai dati di Staffetta Quotidiana, che giornalmente comunica i prezzi praticati alla pompa, Eni ha aumentato di un centesimo al litro i prezzi consigliati di benzina e gasolio. Mentre IP ha pensato ad un ritocco dello 0,5%. Tamoil, invece, punta ad un aumento di 2 centesimi.

Prezzi benzina e diesel in rialzo, ecco quanto costa secondo gli ultimi aggiornamenti

Guardando ai prezzi dell’Osservatorio prezzi del ministero dello Sviluppo economico, ora la benzina al self service costa 1,822 euro/litro (pompe bianche 1,821), il diesel 1,872 euro/litro (pompe bianche 1,870). Non va meglio per il servito, dove la benzina è arrivata a costare 1,960 euro/litro (pompe bianche 1,880), per il diesel si parla di 2,010 euro/litro (pompe bianche 1,928). Il Gpl servito costa 0,783 euro/litro, il metano servito lo troviamo a 2,186 euro/kg mentre il Gnl a 2,625 euro/kg. Non vediamo prezzi migliorati in autostrada, dove la benzina self service è arrivata a 1,906 euro/litro, il gasolio al self service a 1,953 euro/litro, il Gpl 0,885 euro/litro e il metano 2,339 euro/kg. Come si nota, quindi, i prezzi sono in crescita e non si può certo escludere che entro qualche settimana possono persino arrivare a 2 euro. A quel punto, però, il governo dovrebbe intervenire.

Sciopero benzinai vicino, la possibile soluzione del Qr code

Per quanto riguarda lo sciopero dei benzinai, invece, dopo l’incontro dei giorni scorsi è stato nuovamente confermato per il 25 e 26 gennaio.

Non sarà più di 60 ore ma di 48 ore. Ci sono però dei margini per poterlo scongiurare come hanno avvertito i sindacati. Per adesso, in ogni caso è contfermato e durerà dalle ore 19 del 24 gennaio alle ore 19 del 26 gennaio. La ragione va ricercata nel decreto sulla trasparenza varato dal Governo, che prevede l’obbligo di esposizione del “prezzo medio regionale” e sanzioni pesanti per i distributori. Una delle strade per poter scongiurare è il Qr Code. Come proposto dal presidente nazionale della Figisc, Bruno Bearzi, che dovrà riportare i prezzi medi regionali:

“Il sistema rimanderebbe al sito dell’Osservaprezzi del Ministero delle Imprese e del Made in Italy, dove sono precisati i costi praticati nella zona individuata senza imporre oneri quotidiani eccessivi ai gestori”

Quindi in questo modo si eviterebbe anche la multa pesante di 6mila euro e la sospensione dell’attività da 7 a 90 giorni.
Il governo, intanto, avrebbe pensato anche ad un’applicazione pubblica per smartphone dove gli automobilisti potranno trovare i distributori più convenienti.