Non sempre è necessario essere colpiti da uno scandalo per perdere i proprio ruolo. La legge di mercato a cui tutti devono sotto stare è quella del gradimento del pubblico. Elly Schlein si sta trovando in una situazione alquanto particolare in questo momento e possiamo dire che il suo 2024 non è iniziato nel migliore dei modi, visto che c’è il rischio che il PD possa decidere di non puntare più su di lei.

Un calo grande nei sondaggi

Come dicevamo, il gradimento del pubblico è fondamentale in questi casi, forse in politica più di tutti.

E a quanto pare i sondaggi politici ci dicono che Elly Schlein sta facendo un grosso passo indietro in tal senso. Il PD non decolla e rimane sempre troppo distante da Fratelli d’Italia, nonostante il partito in questione non stia certamente facendo faville invece. C’è chi vorrebbe un confronto televisivo proprio tra la Schlein e la Meloni, ma c’è anche chi inizia a pensare che forse l’attuale segretario di partito non è stata la scelta migliore per rappresentarlo. La Schlein vorrebbe candidarsi come capolista in tutte le circoscrizioni alle elezioni europee, ma pare che molti esponenti di spicco del partito siano contrari. Aria di rivoluzione nel PD?

C’è poi da aggiungere che sono in molti i personaggi noti della politica che stanno sconsigliando alla stessa Schlein di candidarsi. Di recente si è aggiunto anche Romano Prodi, scoraggiando appunto queste candidature “fittizie” come le ha definite Giuseppe Conte. A tal proposito, l’ex premier ha infatti detto:

“Non puoi dire ai cittadini: datemi il voto, trovate Conte su tutte le liste quando già sai che al Parlamento europeo non ci andrai. Sono deputato, presidente del Movimento 5 Stelle, quello di parlamentare europeo è un compito che non posso assolvere. Gli altri leader dovrebbero avere l’accortezza di fare altrettanto, la politica dovrebbe imparare una volte per tutte a non prendere in giro i cittadini”.

Schlein, le altre posizioni dubbie

Se le candidature per il Parlamento Europeo hanno destato perplessità, c’è poi la posizione poco chiara nei confronti della guerra in Ucraina.

Il 10 gennaio il Parlamento ha votato per l’invio delle armi in Ucraina. La destra ha confermato la sua scelta, a sorpresa è arrivato il sostegno anche di Italia Viva, +Europa e Azione, mentre M5S, Verdi e Sinistra sono stati contrari. E il PD? Bocca chiusa, il Partito Democratico si è astenuto, creando quindi un nuovo argomento di dibattito all’interno della politica nostrana. Sembra chiaro quindi che all’interno del partito ci sia ora molta confusione. Da una parte la volontà di rimanere sulla scia di quell’europeismo senza il quale al momento non si va da nessuna parte. Dall’altra l’esigenza di sentirsi ancora vicini al M5S, ormai sempre più alto nei gradimenti dei sondaggi.

In questo modo però si finisce col rimanere fermi, e infatti la confusione ora è palese. Se a questa indecisione ci aggiungiamo anche il ritorno di Gentiloni che ha deciso di non ricandidarsi alle Europee, ecco che il quadro potrebbe essersi delineato. L’ipotesi più probabile infatti è che la sinistra ora punti proprio sul ritorno di Gentiloni per trovare quella figura da leader che al momento sta mancando all’opposizione. Ciò significa inevitabilmente che Elly Schlein verrà scaricata e sostituita dall’acclamato ritornante per prendere il posto di nuovo segretario del PD. Ai posteri l’ardua sentenza.

I punti salienti…

  • l’astensione sull’invio delle armi in Ucraina palesa le difficoltà del PD;
  • il ritorno di Gentiloni fa pensare a un avvicendamento nel ruolo di segretario;
  • il gradimento della Schlein non decolla e l’ipotesi che venga scaricata è sempre più concreta.