La multa autovelox è sempre lo spauracchio di tutti. E non è difficile immaginare i motivi. Ogni giorno sono migliaia le multe che colpiscono gli ignari cittadini, la maggior parte delle volte per la troppa velocità. Altre perché si commettono altri tipi di infrazione. Nell’ultimo periodo, ad esempio, si è tornato a parlare prepotentemente della Revisione del Codice della Strada da parte del nuovo governo. Oltre a nuove regole per i monopattini, il ritiro della patente a vita per chi guida ubriaco e alcune novità legate all’esame per prendere la patente di guida, Salvini vorrebbe proporre anche l’aumento della velocità da 130 km/h a 150 km/h su alcune tratte autostradali.
Salvini contro l’utilizzo degli autovelox per fare cassa
Nelle ultime ore, il ministro delle Infrastrutture e Trasporti, Matteo Salvini rispondendo al Question Time, ha dichiarato di essere contro gli autovelox per far cassa specificando che è fondamentale una “regolamentazione sulla collocazione degli autovelox, per evitare gli usi impropri.”
Salvini è convinto che è fondamentale avere più bilanci più sani ma senza pesare sulle tasche degli italiani e senza realizzare una una reale sicurezza stradale.
Infatti, l’Italia risulta come il paese con il numero maggiore di autovelox, più della Germania e della Francia, ma secondo Salvini questi strumenti “vengono però utilizzati non per garantire la sicurezza ma per ‘fare cassa’”.
Tra i progetti, c’è quello di lavorare su un pacchetto di revisione dei codice della strada, di cui fanno parte anche gli autovelox. Tra gli obiettivi che conta di raggiungere, c’è anche quello di raggiungere Genova da Milano in meno di 1 ora:
“La linea Milano-Genova è una infrastruttura strategica e prevede regolarmente la conclusione dei lavori nel 2026″.
Il ministro ha parlato anche dei lavori per il quadruplicamento della tratta Milano Rogoredo-Pavia.
Il paladino delle multe autovelox
Per quanto riguarda, invece, le multe autovelox, Qn Economia ha intervistato Giorgio Marcon, un perito investigativo, che è diventato una sorta di paladino autovelox. In pratica cerca le prove per scagionare gli automobilisti che vengono multati ma fanno ricorso. Il perito al noto quotidiano ha confermato che:
“Questi strumenti sono sulle strade dagli anni Settanta. Ma non sono in regola. Proprio perché mancano i requisiti di base”.
Marcon ha spiegato anche i motivi per cui si vincono i rischi: “per la mancata omologazione ma anche per le mancate verifiche sulla corretta funzionalità dello strumento”.
In più ha sottolineato che ultimamente sono tornati i controlli sulle strade e questo è positivo, perché ora la gente sta più attenta.
Insomma, prossimamente dobbiamo aspettarci un cambiamento non da poco.