Si torna a parlare del salario minimo e il motivo è semplice. Carlo Calenda, leader del Terzo Polo, ha lanciato l’amo a Conte e al Pd in merito a questa misura sul lavoro di cui si discute da tempo e che in molti paesi è realtà. Intervistato a Metropolis su Repubblica, ha chiesto un accordo con il Pd e M5S per una legge che preveda il salario minimo a 9 euro all’ora.

Non è tardata ad arrivare la risposta di Giuseppe Conte, che ha dato vita ad un vero e proprio botta e risposta.


Tutto è iniziato quando Calenda, intervistato da Repubblica, ha proposto a Conte e il Pd un accordo per il salario minimo a 9 euro.

Salario minimo a 9 euro, il botta e risposta tra Conte e Calenda e il progetto comune

Non è tardata ad arrivare la risposta di Conte, che subito ha replicato:

“Calenda si è svegliato stamattina. Noi lo proponiamo dalla scorsa legislatura e io ho depositato una proposta di legge al mio primo giorno da deputato. Calenda la sottoscriva e la voti”

La risposta piccata del leader dei 5 Stelle non è andata giù Carlo Calenda. Su Twitter lo ha attaccato definendolo adolescnte capriccioso: “Caro Giuseppe Conte queste sono risposte da adolescente capriccioso”.
Calenda ha sottolineato che sono anni che sostiene il salario minimo e ha accusato quindi Conte di non averlo varato quando era premier. Il leader di Azione, quindi, ha rimarcato la necessità di trovare un accordo con il Pd e altre forze politiche. Conte, però, non sembra aver gradito le parole di Calenda e lo ha definito a sua volta adolescentr capriccioso.

Le intenzioni del PD

Nella diatriba è intervenuto anche il PD, il quale ha dichiarato di aver lanciato ancor prima di Azione una proposta sul salario minimo. L’ex ministro del Lavoro, Andrea Orlando, ha sottolineato che si dovrebbe partire dalle proposte presentate al Parlamento durante lo scorso governo e chiedere di calendarizzarle.

È importante – secondo l’esponente dei dem – non perdere tempo. E’ fondamentale dare risposte ai giovani, al lavoro povero e alla stagnazione dei salari, soprattutto in seguito ai forti rincari derivati dall’inflazione.

Si è detta d’accordo con le parole di Orlando anche Elly Schlein, candidata alla segreteria del Pd, che a Metropolis su Repubblica, ha chiarito l’importanza di portare avanti una battaglia per il salario minimo. Anche la segretaria del Pd Paola De Micheli, ha sottolineato l’importanza del salario minimo. E ha ricordato di aver proposto un “un nuovo reddito universale, che è il superamento del reddito di cittadinanza” ma anche la sperimentazione della riduzione dell’orario di lavoro a parità di salario.

Senza reddito di cittadinanza ci sarà un disatro sociale

E a proposito di reddito di cittadinanza, Giuseppe Conte, durante un evento in vista delle elezioni regionali in Lombardia, ha detto la sua sull’intenzione del governo Meloni di togliere il reddito di cittadinanza dal 2024 parlando di una vera e proprio disastro sociale:

«Non è una guerra civile ma si stanno creando le premesse per un disastro sociale perché le persone non arrivano a fine mese aumentano. Se togli il reddito di cittadinanza senza alternative sarà un disastro sociale».

Il governo Meloni, però, non sembra affatto intenzionato a tornare indietro. Di recente ha rimarcato l’intenzione di cancellare il Reddito di cittadinanza a inizio 2024 dichiarando che dalla fine dell’anno chi può deve lavorare. Detto in parole povere, dal prossimo anno chi può lavorare dovrà farlo e non potrà contare più sul Rdc. Tuttavia, la premier ha anche ricordato che il Governo farà tutto il possibile per mettere queste persone nella condizione di poter lavorare, incentivando le nuove assunzioni. Per chi non può lavorare, invece, si penserà ad una misura di sostegno per la povertà dopo che il Rdc sarà cancellato.